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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 157<br />
Piera. E da quel momento ho com<strong>in</strong>ciato ad andare <strong>in</strong> montagna. A<br />
Gazzane c’era una ragazza che si chiamava Gloria. Era tanto car<strong>in</strong>a,<br />
ma è morta giovanissima. Quando è stato il momento di scegliere un<br />
nome di battaglia mi sono ricordata quella compaesana. Mi piaceva il<br />
nome di Gloria, le volevo bene e l’avevo vista f<strong>in</strong> da piccol<strong>in</strong>a: avrà<br />
avuto sette, otto anni, non so. I documenti li nascondevo <strong>in</strong> una cassetta<br />
di latta che tenevo nel pollaio. Però un giorno mentre tornavo con<br />
del formaggio e del granturco mi sono trovata nel cortile di casa quattro<br />
repubblich<strong>in</strong>i. Dicevano che dovevano perlustrare le case e stavano<br />
per entrare nel pollaio. Ho mollato il frumento e le gall<strong>in</strong>e sono uscite<br />
tutte a beccare con le piume che volavano da tutte le parti. Provengo<br />
da una famiglia di vecchie tradizioni socialiste. L’<strong>in</strong>no dei lavoratori<br />
lo si cantava a ogni primo maggio, come un rito, ma con gioia,<br />
piacere. Per me affiancare mio fratello nelle azioni contro il regime<br />
fascista è stata sempre una cosa naturale. Con quello che facevano i<br />
repubblich<strong>in</strong>i poi, si diventava antifascisti per forza. Venivano sulle<br />
valli a fare i rastrellamenti e non era raro che dessero fuoco a qualche<br />
casc<strong>in</strong>a che secondo loro poteva diventare un rifugio per i partigiani,<br />
non gliene importava niente di chi fosse quella casc<strong>in</strong>a, la bruciavano<br />
e basta. Prima di partecipare a vere e proprie azioni, ho fatto solo<br />
la staffetta. Scucivo l’orlo di una gonna o di un soprabito e <strong>in</strong>filavo il<br />
messaggio, che poi recuperavo scucendolo. Ma non portavo solo messaggi,<br />
facevamo tutto quello che poteva danneggiare tedeschi e<br />
repubblich<strong>in</strong>i, come manomettere la segnaletica stradale, così che i<br />
tedeschi si perdevano, non conoscendo i posti. Poi arrivavano i repubblich<strong>in</strong>i<br />
e mettevano tutto a posto, ma <strong>in</strong>tanto il danno era fatto. Una<br />
matt<strong>in</strong>a trovammo sui muri i manifesti del comando tedesco che ord<strong>in</strong>ava<br />
i renitenti alla leva di presentarsi. Noi sotto scrivemmo “vieni,<br />
c’è una strada nel bosco”: le parole di una canzone molto <strong>in</strong> voga <strong>in</strong><br />
quel periodo ma che poi non sentii più alla radio. Un’altra volta mi trovavo<br />
nella stalla di Iole, a Sabbio, quando entrò una pattuglia di tedeschi<br />
per prendere del latte. Mentre erano lì, arrivò il fratello di Iole, che<br />
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