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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 33<br />

mendovi sopra − per evitare lo scempio da parte degli<br />

animali selvatici che <strong>in</strong>festavano la zona. Profittando poi<br />

del sonno di Bizzarro, gli sottrasse il fucile e gli fece saltare<br />

le cervella, sparandogli <strong>in</strong> un orecchio. Decapitato il<br />

bandito, ne avvolse la testa <strong>in</strong> un panno, si diresse a casa<br />

del governatore di Catanzaro e sul suo desco lanciò il<br />

macabro trofeo. Incassata la taglia, ritornò sui monti e di<br />

lei si perse ogni traccia. Alcune volte, ed è il caso della<br />

libera scelta, “la donna del brigante “ segue volontariamente<br />

l’uomo di cui è <strong>in</strong>namorata.<br />

Tale appare la vicenda di Maria Capitanio. La ragazza, nel<br />

1865, a qu<strong>in</strong>dici anni si <strong>in</strong>namorò di Agost<strong>in</strong>o Luongo, un<br />

operaio delle ferrovie. Maria cont<strong>in</strong>uò ad amarlo e a frequentarlo<br />

di nascosto anche quando questi si dette alla<br />

macchia. Lo seguì nella latitanza, consumò le “nozze<br />

rusticane” e partecipò per pochi giorni alle azioni delittuose<br />

della banda, fungendo da vivandiera e da carceriera<br />

di un ricco possidente, tenuto <strong>in</strong> ostaggio. Catturata<br />

dopo una dec<strong>in</strong>a di giorni, <strong>in</strong> uno scontro a fuoco, grazie<br />

ai denari del padre, fu prosciolta dall’accusa di brigantaggio,<br />

essendo riuscita a dimostrare − attraverso false testimonianze<br />

− di essere stata costretta con la forza a seguire<br />

il brigante Luongo. Rivelatrice di contraddizioni è la<br />

vicenda di Filomena Pennacchio, una tra le più note “brigantesse”.<br />

Figlia di un macellaio, nata <strong>in</strong> Irp<strong>in</strong>ia nella prov<strong>in</strong>cia<br />

borbonica di Pr<strong>in</strong>cipato Ultra, f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>fanzia<br />

<strong>in</strong>crementò il povero bilancio familiare servendo come<br />

sguattera presso alcuni notabili del paese. Alcuni mesi<br />

dopo il primo <strong>in</strong>contro con Giuseppe Schiavone, famoso<br />

capobanda lucano, vendette per alcuni ducati il poco che<br />

aveva e lo seguì nella latitanza. La vita brigantesca la rese<br />

subito un’<strong>in</strong>trepida combattente, evidenziando le sue<br />

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