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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 161<br />

stenza effettiva delle proprie forze, i partigiani mi avevano detto di<br />

chiedere la resa <strong>in</strong>condizionata <strong>in</strong> cambio del lasciapassare per tutti<br />

i componenti della colonna. La risposta delle SS fu una spaventosa<br />

sventagliata di mitragliatrice <strong>in</strong> direzione della Valsabbia. Poi però,<br />

credendo comunque che quel che avevo detto corrispondeva al vero,<br />

decisero di smontare la mitragliatrice ed avviarsi verso Verona. Con le<br />

mani legate fui fatta salire sull’ultimo mezzo della colonna a fianco di<br />

un tedesco di una certa età. Dentro di me morivo di paura, non riuscendo<br />

a vedere nulla di buono nel mio futuro. A distanza di tanti anni,<br />

sono conv<strong>in</strong>ta che se posso raccontare questi fatti lo devo a quel militare<br />

dell’esercito tedesco, che probabilmente vide <strong>in</strong> me la sua figlia<br />

sedicenne, la mia stessa età. Parlava un po’ l’italiano e mi raccontò<br />

della sua famiglia, che gli mancava, poi, quando il camion che precedeva<br />

il nostro scomparve al di là di una lunga curva, quel tedesco frenò<br />

e, aperta la portiera, mi fece scendere. Sparii all’orizzonte <strong>in</strong> un<br />

battibaleno, correndo a perdifiato nei prati di Cunettone, lontana dalla<br />

strada, verso Salò. Due giorni dopo seppi che quella colonna era tornata<br />

sui suoi passi e f<strong>in</strong>ché non fu sopraffatta a Nozza, lasciò parecchi<br />

morti alle sue spalle, compresa una mia zia a Collio di Vobarno.<br />

Non mi sono mai sentita un’ero<strong>in</strong>a. Credo che le donne non si sentano<br />

ero<strong>in</strong>e. L’uomo è più portato a sentirsi un eroe e credo che molti partigiani<br />

abbiano vissuto la loro esperienza sentendosi degli eroi. Credo<br />

che questa sia una cosa molto maschile e lo dico con tutto il rispetto<br />

per quei tanti ragazzi che sono morti.<br />

Alla f<strong>in</strong>e di un conflitto a fuoco col suo gruppo, Renato Mombelli delle<br />

Fiamme Verdi di Roè Volciano era stato catturato gravemente ferito e<br />

trasportato all’ospedale di Salò, dove era piantonato. Mio fratello<br />

Ippolito, nome di battaglia “Ferro”, era entrato di notte con altri compagni,<br />

ma da solo aveva raggiunto la stanza occupata da Renato e da<br />

due militi fascisti, sparando e uccidendo subito uno di essi, ma<br />

restando a sua volta colpito a morte dall’altro. Nel frattempo erano<br />

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