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Bandite 2_8_2012:Layout 1 02/08/12 14.43 Pag<strong>in</strong>a 194<br />
BANDITE!<br />
dalla comunità rurale che le riconosceva un ruolo di prem<strong>in</strong>enza,<br />
omologabile a quella del “dottore”, del prete,<br />
del farmacista. Provenienti sempre da luoghi lontani,<br />
queste “maestr<strong>in</strong>e” dovevano fare anche molta attenzione<br />
alla loro moralità, <strong>in</strong>dossando di norma abiti castigati<br />
e scuri che non <strong>in</strong>ducessero a cattivi pensieri. È s<strong>in</strong>tomatica<br />
la triste vicenda di Itala Donati, suicidatasi a ventitré<br />
anni dopo essere stata falsamente <strong>in</strong>dicata come amante<br />
del s<strong>in</strong>daco 42 . Se nel corso dei primi due decenni del<br />
Novecento, anche grazie a una presenza crescente nel<br />
mondo del lavoro <strong>in</strong> generale e della fabbrica <strong>in</strong> particolare,<br />
la donna conquista “spazi sociali”, div<strong>in</strong>colandosi da<br />
ruoli di sudditanza, l’avvento del fascismo le fa compiere<br />
un balzo <strong>in</strong>dietro. Esaltando un mondo “virile” assegna<br />
alla donna ruoli funzionali al nuovo regime, dest<strong>in</strong>andola<br />
essenzialmente alla produzione di figli dest<strong>in</strong>ati a vestire<br />
le uniformi per le grandi imprese militari che aspettano il<br />
folgorante futuro fascista. «La guerra sta all’uomo come<br />
la maternità sta alla donna» è lo slogan coerente di un<br />
regime il cui capo ritiene che «le donne sono un passatempo,<br />
affasc<strong>in</strong>ante, quando un uomo ha tempo da perdere,<br />
ma non dovrebbero mai essere prese sul serio».<br />
Sotto il regime fascista questa marg<strong>in</strong>alità della donna<br />
cedette il passo a un nuovo corso quando agli <strong>in</strong>izi degli<br />
anni Trenta la propaganda diffuse sempre più l’immag<strong>in</strong>e<br />
delle donne fasciste quasi ipnotizzate dalle glorie del<br />
regime e dalla figura del duce. Se si esclude la “zona grigia”,<br />
quella che <strong>in</strong>globava sia uom<strong>in</strong>i che donne all’<strong>in</strong>terno<br />
della comunità clandest<strong>in</strong>a, le attività furono presto<br />
divise da compiti specifici assegnati a uom<strong>in</strong>i e donne.<br />
42. La sua vicenda è narrata da Elena Gian<strong>in</strong>i Belotti nella biografia romanzata Prima della quiete: storia<br />
di Itala Donati, Rizzoli, Milano 2003.<br />
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