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La Spada che canta

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VIII.<br />

Pensai molto a quella lancia. Per parecchio tempo non pensai<br />

quasi ad altro. Ci lavorai e me ne preoccupai giorno e notte per mesi<br />

dopo quella sera, senza sapere <strong>che</strong> ci sarebbero voluti altri dieci anni<br />

prima di fare la scoperta <strong>che</strong> avrebbe rivoluzionato il nostro modo<br />

di combattere, e molti di più prima di riconoscerne il vero valore.<br />

Vittore, il fattore della tenuta di Terra, fece sue le idee di Caio<br />

prima ancora <strong>che</strong> avesse finito di illustrargliele, perché i cavalli<br />

erano la sua vita. Lui stesso sembrava un cavallo. Era alto e calvo,<br />

tranne <strong>che</strong> per una folta corona di capelli grigiastri, ruvidi e dritti,<br />

<strong>che</strong> gli correvano intorno alla testa e sopra le orecchie come una<br />

criniera tosata. Aveva lunghe orecchie appuntite, grandi occhi chiari<br />

un po' troppo vicini e una faccia <strong>che</strong> sembrava occupare tutta la<br />

testa. Il naso era lungo e piatto e i grossi denti oblunghi sembravano<br />

schiacciati insieme sul davanti della bocca. Non aveva mento.<br />

Nell'insieme era un personaggio dallo strano aspetto. <strong>La</strong> prima volta<br />

<strong>che</strong> Equo lo vide esclamò: «Mio Dio! E poi chiamano me Equo!»<br />

Vittore era l'uomo perfetto da mettere a capo del nuovo progetto<br />

di Caio, e non vedeva l'ora di cominciare. <strong>La</strong> prima cosa <strong>che</strong> fece,<br />

dopo aver trasferito i suoi effetti personali dalla tenuta di Terra alla<br />

nostra, fu esaminare ogni capo in nostro possesso. Nel giro di una<br />

settimana li aveva divisi per sesso, peso e colore e aveva cominciato<br />

a ideare complicati piani e prospetti per le sue «linee di sangue»,<br />

come le chiamava lui, e per le sue stalle di riproduzione. In tutto,<br />

compresi i cavalli delle altre proprietà della Colonia, avevamo<br />

ventisette stalloni, una cinquantina di giumente e una quantità di<br />

castrati, muli e cavalli troppo vecchi per servire allo scopo. Vittore<br />

scelse i tre stalloni migliori e le dieci giumente più grosse e forti<br />

come capi da riproduzione da tenere alla villa. Il resto fu<br />

ridistribuito tra le varie fattorie <strong>che</strong> costituivano la Colonia. Caio

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