La Spada che canta

«No. Non ancora, in ogni caso.»
«Beh, se è importante verrà a cercarti qui, immagino. Ormai sa
bene dove trovarti. Luceia mi ha chiesto di informarti che anche lei
vorrebbe un po' del tuo tempo oggi. Sta preparando un pranzo
speciale per voi a mezzogiorno, e lo consumerete nella stanza di
famiglia. Se fossi in te, farei in modo di non dimenticarlo.»
«Nella stanza di famiglia? A mezzogiorno? Cosa sta succedendo,
Caio?»
Caio scosse la testa, con un'espressione di sincera innocenza.
«Beh, certamente c'è qualcosa in ballo. Qualcosa sta accadendo e
suppongo che lo scoprirò quando sarà il momento che lo sappia
anch'io.»
«Puoi scommetterci, amico. La stanza di famiglia viene usata
soltanto per la corte marziale domestica e per gli eventi importanti.
Se vedi mia moglie tra adesso e mezzogiorno ti prego di informarla
che ci sarò.»
La stanza di famiglia di Luceia era il suo sancta sanctorum.
Si trattava di un grande salone arredato con comode seggiole e
divani ed era il solo locale dell'intera casa il cui ingresso era limitato
a pochi privilegiati. Quando ci trovavamo lì in famiglia - e
ovviamente Caio era un membro della famiglia - nessuno, né un
servo, né un visitatore, era autorizzato a entrare o a disturbarci.
Le altre stanze erano più o meno pubbliche, con l'eccezione delle
camere da letto, ma solo gli amici stretti, intimi, erano ammessi nella
stanza di famiglia. Luceia faceva lei stessa tutte le pulizie e la
manutenzione del locale, che era unicamente suo, in un modo che lo
rendeva differente da tutti gli altri locali non solo della casa, ma, ne
ero certo, dell'intera Britannia. Di tutte le persone che conoscevamo,
solo Ullic pendragon aveva la prerogativa di essere ogni tanto
ammesso nella stanza di famiglia.
La pioggia cessò circa un'ora prima di mezzogiorno, ma le