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La Spada che canta

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traverso sulla schiena.»<br />

«In <strong>che</strong> modo? In un fodero?»<br />

«Non lo so ancora, Pico, ma probabilmente attraverso un anello<br />

di metallo attaccato a una cinghia. Abbiamo un sacco di tempo per<br />

lavorarci. Prima dobbiamo fare le spade. Decideremo poi come<br />

portarle.»<br />

«Quanto tempo ti ci vorrà per farne duecento?»<br />

Guardai Equo con un sorriso. «Quanto tempo, Equo? Due<br />

anni?»<br />

«Più o meno.»<br />

«Due anni?» C'erano pena e angoscia nella voce di Pico. «Due<br />

anni? Perché? Perché così tanto?»<br />

«Perché, mio impetuoso amico, abbiamo appena cominciato a<br />

lavorare a questo problema. Il ferro non è nemmeno temprato nel<br />

modo giusto. A questo stadio ci siamo preoccupati più del peso,<br />

della forma e del bilanciamento <strong>che</strong> non della qualità. L'arma ha una<br />

lunga, lunghissima strada da fare prima di essere usata in<br />

combattimenti simulati, figuriamoci usarla in battaglia.»<br />

«In questo caso ti dispiacerebbe se mettessi al lavoro i miei<br />

armaioli su questo disegno?»<br />

<strong>La</strong> domanda mi sorprese e guardai Equo per vedere la sua<br />

reazione.<br />

«Non chiederlo a me» gli dissi poi. «Il progetto è di Equo. Se<br />

lui non ha obiezioni, come potrei averne io?»<br />

«Equo?»<br />

Il mio grosso amico si strinse nelle spalle e scosse la testa. «A me<br />

non importa» rispose. «In fondo è una semplice estensione della<br />

spada corta romana. Sono sorpreso <strong>che</strong> i tuoi armaioli romani non te<br />

l'abbiano già proposta.»<br />

«Non me l'hanno proposta, Equo, perché sono privi di quello

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