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La Spada che canta

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Mi alzai cautamente su un gomito e un'ondata di nausea mi<br />

avvolse, facendomi rabbrividire e stringere i denti per tenere lo<br />

stomaco al suo posto. Lottai contro l'impulso di vomitare, mentre gli<br />

occhi mi si incrociavano, annebbiandomi la vista. Con<br />

determinazione rimasi dov'ero, obbligando il corpo ribelle a<br />

sottomettersi alla mia volontà. Ovviamente ero stato molto male, se<br />

ero arrivato in quel posto senza ricordare niente dopo l'ultima<br />

vivida immagine del carro torreggiarne sopra di me. Non volevo più<br />

stare male. <strong>La</strong> panca di pietra su cui giacevo correva lungo tutto lo<br />

stanzone, tranne <strong>che</strong> lungo la parete dove c'era la porta. Era un<br />

locale molto grande. Non sapevo dov'ero, ma cominciavo a<br />

sospettare <strong>che</strong> si trattasse di Londinium. Mi sedetti, brontolando per<br />

lo sforzo, e questo mi procurò un'altra ondata di nausea,<br />

accompagnata da un dolore pulsante dentro la testa. Cercai di far<br />

scivolare le gambe giù dalla panca, per potere appoggiare la schiena<br />

al muro, e le gambe caddero giù, sbilanciandomi quasi con il loro peso<br />

improvviso, incontrollabile. <strong>La</strong> paura divampò in me come un fuoco<br />

appena acceso. Ero debole come un bambino!<br />

Rimasi a sedere inerme, emettendo lunghi, rauchi respiri,<br />

timoroso di sottopormi ad altre prove. Sapevo con certezza <strong>che</strong> se<br />

avessi cercato di alzarmi in piedi sarei caduto sul pavimento. <strong>La</strong> mia<br />

mente si agitava inutilmente, cercando di arrivare a un<br />

compromesso con quella debolezza, cercando di spiegarla, cercando<br />

di ricostruire cosa fosse successo. Non c'era speranza e finii con lo<br />

spaventarmi ancora di più. Sapevo solo <strong>che</strong> se ero così debole<br />

dovevo essere stato prossimo alla morte. Mi costrinsi a chiudere gli<br />

occhi e a respirare più profondamente e regolarmente, combattendo<br />

il senso di panico e cercando di raccogliere le forze. Infine cominciai<br />

a tossire, e non riuscii più a smettere. <strong>La</strong> tosse mi sconquassava,<br />

dura e dolorosa, strappandomi i polmoni e i muscoli dello stomaco.<br />

Per poco non caddi dalla panca e riuscii a fermarmi golo afferrando<br />

il bordo di pietra. Grandi masse di catarro mi gorgogliavano nel<br />

petto e mi salivano in gola, e io avevo a stento la forza di sputarle,

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