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La Spada che canta

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iserve di grano a disposizione e di quella moltitudine di dettagli<br />

<strong>che</strong> mantiene viva e ben nutrita una comunità in espansione. Nel<br />

tardo pomeriggio mi diressi verso casa, e quando entrai nei confini<br />

delle terre <strong>che</strong> appartenevano ai Britannico cominciò a piovere a<br />

grosse gocce. Guardando il cielo improvvisamente plumbeo<br />

benedissi la previdenza di Luceia <strong>che</strong> mi aveva convinto a portare il<br />

mantello. <strong>La</strong> giornata era cominciata bene, ma ben presto le sparse<br />

nuvole scure si erano raccolte e spinte avanti da occidente, e io<br />

avevo capito <strong>che</strong> mia moglie la sera prima aveva avuto ragione<br />

prevedendo forte pioggia per il pomeriggio. Adesso gli squarci tra le<br />

nuvole si erano chiusi e non sembrava certo un acquazzone<br />

destinato a finire presto.<br />

Stavo viaggiando su un carro, perché avevo consegnato un<br />

carico di attrezzi nuovi alle fattorie più lontane, ma il giorno prima<br />

Equo aveva tolto la copertura di pelle per riparare uno strappo e non<br />

l'aveva ancora rimessa a posto. Mi ci volle solo un momento per<br />

togliere il pesante mantello dalla cassa sul retro e per avvolgermi<br />

completamente, tirando il cappuccio ben sopra la testa e infilando le<br />

mani negli appositi spacchi, prima di riprendere le reclini. Fredde<br />

raffi<strong>che</strong> di vento cominciarono a percuotermi con rovesci di pioggia,<br />

ma io ero al riparo mentre vento e pioggia picchiavano con forza,<br />

rovesciandosi vanamente contro il tessuto spesso, fitto, a prova di<br />

acqua e di vento, del mio caldo mantello. Ma la pioggia era gelida e<br />

le mani nude <strong>che</strong> reggevano le reclini erano fredde e intirizzite<br />

quando arrivai finalmente ai cancelli della villa e, con un respiro di<br />

sollievo, svoltai nel cortile.<br />

Avevo guidato in fretta, spinto dal cattivo tempo, e il povero<br />

cavallo era coperto di fango e fumava come un sudarium. A un certo<br />

punto del tragitto la pioggia cessò e le nuvole si diradarono<br />

mostrando ampi squarci di cielo azzurro. Buttai le redini a uno<br />

stalliere e il mantello bagnato a Gallo, il maggiordomo di Caio, e<br />

corsi in casa, chiamando Caio ad alta voce. Non c'era. E non c'erano<br />

neppure Alarico e Luceia. <strong>La</strong> casa era vuota, eccezion fatta per la

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