La Spada che canta

Publio Varro, è innocente di complicità nell'assassinio di Quintilio
Nesca. Questo tribunale ritiene inoltre il prigioniero giustificato per
avere ucciso due uomini di Nesca per proteggere la propria vita.»
Fece una pausa. «Ora, per quanto riguarda la ribellione armata e
il banditismo.» Mi guardò direttamente. «Il senatore Caio Britannico
desidera rivolgersi a questo tribunale.»
Caio si alzò, e le mie guardie non fecero nessun tentativo di
trattenermi quando girai la testa per guardarlo.
«Spiega le circostanze dell'arresto di quest'uomo, di nome
Varro, sotto queste accuse.» La voce di Stilicone era priva di enfasi.
Caio si guardò intorno, verso gli ufficiali riuniti, verso di me e
infine verso Seneca, prima di rivolgersi nuovamente a Stilicone e ai
suoi due legati.
«Le accuse sono speciose, reggente» disse. «Sono totalmente
prive di sostanza. Le ho inventate io stesso un'ora prima dell'arrivo
di Claudio Seneca.» Sapevo che Caio aveva ignorato di proposito
l'uso del titolo senatorio di Seneca. «Ero stato avvertito del suo
arrivo e conoscevo tutte le circostanze legate al suo odio per
quest'uomo, il mio amico Publio Varro. Perciò ideai il sotterfugio di
portare Varro a Londinium sotto scorta, come l'unico mezzo che
avevo a disposizione per garantirgli salva la vita.»
Sentivo su di me gli occhi di Seneca, l'odio nel suo sguardo mi
corrodeva la pelle come un acido.
Stilicone parlò di nuovo. «Da quanto tempo conosci il
prigioniero, senatore?»
«Da tre decadi ormai, reggente.»
«E lo hai sempre ritenuto persona d'onore?»
«Completamente.»
«Fino a che punto?»
Caio mi guardò prima di continuare e poi si girò verso la