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La Spada che canta

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struttura civica e sociale, e sulla responsabilità individuale, <strong>che</strong> mi<br />

lasciò turbato nel profondo e incapace di dormire. Quando alla fine<br />

andammo a letto, quella notte, poco prima dell'alba, ero convinto<br />

<strong>che</strong> la sua analisi fosse precisa e corretta sotto ogni punto di vista,<br />

an<strong>che</strong> se la cosa non mi garbava. <strong>La</strong> mia totale accettazione del suo<br />

punto di vista, però, condusse a uno dei pochi alterchi <strong>che</strong> abbia mai<br />

avuto con il suo nobile fratello.<br />

Accadde improvvisamente due giorni più tardi, dopo due<br />

lunghe giornate di riflessione e una buona notte di sonno, quando<br />

gli stavo riferendo la lunga conversazione avuta con sua sorella. Ero<br />

molto preoccupato per alcune cose <strong>che</strong> aveva detto e per alcune<br />

conclusioni <strong>che</strong> aveva tratto, e suppongo <strong>che</strong> la profondità della mia<br />

desolazione e della mia angoscia fosse evidente. Caio ascoltò quello<br />

<strong>che</strong> avevo da dire, educatamente come sempre, almeno all'inizio.<br />

Mentre proseguivo, però, notai <strong>che</strong> si alterava sempre più, finché,<br />

incapace di ascoltare oltre, alzò una mano per fermarmi. Mi<br />

interruppi a metà di una frase, sorpreso dalla sua reazione. «Vuoi<br />

dire qualcosa?»<br />

Mi fissò. «No, niente. Non ora. Non prima di avere avuto il<br />

tempo di ordinare i miei pensieri e di considerare le tue parole.»<br />

Ero stupito. «Allora cosa c'è <strong>che</strong> non va? Sembra <strong>che</strong> tu voglia<br />

scorticarmi vivo.»<br />

Allora esplose in una collera tremenda, picchiando il pugno sul<br />

tavolo con violenza e alzandosi in modo così repentino <strong>che</strong> la<br />

seggiola su cui era seduto cadde all'indietro.<br />

«Dannazione, Publio, non posso credere alle mie orecchie! Sai<br />

cosa mi stai dicendo? Riesci ad ascoltarti? Hai afferrato le tue<br />

parole?» Girò sui tacchi e attraversò la stanza, aprendo e chiudendo<br />

le mani per l'agitazione, mentre io rimanevo a fissarlo stupefatto.<br />

Le mie preoccupazioni erano profonde, ma avevo riflettuto a<br />

lungo e intensamente prima di parlarne con Caio, e avevo cercato di<br />

esporle nel modo più spassionato possibile. Ora assistevo a una

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