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La Spada che canta

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me, per vendicarti della sconfitta <strong>che</strong> hai subito per mano mia<br />

davanti a Flavio Stilicone. Così sia. Ma lascia liberi la donna e il<br />

bambino. Loro non ti hanno fatto del male, non sanno nean<strong>che</strong> chi<br />

sei.»<br />

«Adesso sì!» <strong>La</strong> voce di Seneca era stridula e stava ovviamente<br />

parlando ai suoi scagnozzi. «Ecco <strong>che</strong> parla la voce di Roma! Sentite<br />

quanta chiarezza? Che tono squillante? Questa è la voce <strong>che</strong> ha fatto<br />

grande Roma! <strong>La</strong> voce di Cicerone! Di Marco Antonio! Le colte note<br />

<strong>che</strong> hanno fatto dimenticare alle folle di odiare Cesare! Questa è la<br />

voce della Ragione! Adesso voi tutti dovete scusarmi, mentre io<br />

guardo nel profondo del mio cuore e ritrovo la mia umana bontà. E<br />

quando l'avrò fatto, ci faremo da parte e lasceremo andare questa<br />

povera vedova taciturna con il cuore spezzato e suo figlio, perché<br />

nutrano odio per noi nei loro cuori!» Il tono della sua voce cambiò<br />

di nuovo, bruscamente e radicalmente, e mi resi conto con un<br />

brivido, an<strong>che</strong> se lo sapevo fin dall'inizio, <strong>che</strong> stavo ascoltando i<br />

vaneggiamenti di un pazzo.<br />

«Publio Varro! Dov'è? L'ospite d'onore della nostra piccola<br />

riunione! Publio Varro? Qui? Mai! dici tu. Ma io, <strong>che</strong> so qualcosa<br />

della vostra vita in questa meschina Colonia, sono informato. I miei<br />

uomini me l'hanno riferito. Se il famoso Publio Varro non è alla villa,<br />

mi hanno detto, allora cercalo tra le ceneri della sua forgia, dove lo<br />

troverai <strong>che</strong> lavora, con la fronte maschia irrorata di sudore per le<br />

sue oneste fati<strong>che</strong>!»<br />

Seneca cadde in silenzio, e io fissai Plauto. Aveva un'espressione<br />

torva. Scosse la testa, in segno di diniego. Non ancora. Stavamo<br />

ascoltando i rantoli di un cane rabbioso, ma là dentro c'erano altri<br />

sette uomini <strong>che</strong> erano sani. Lentamente, senza osare quasi<br />

muovermi, misi un occhio alla fessura della porta.<br />

Caio era in piedi alla mia sinistra, la schiena contro il tavolo sul<br />

quale c'erano i suoi libri. Era trattenuto da due uomini, uno dei<br />

quali, quello più vicino a me, gli puntava un gladio alla gola. Enid

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