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La Spada che canta

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aprire la bocca in un urlo. Si mise a correre lungo la strettoia.<br />

Maledissi l'età e la gamba inferma e mi spinsi via dal muro,<br />

buttandomi in una corsa appesantita, solo ora conscio della lotta in<br />

corso a circa trenta passi da me. Il peso del mantello era terribile.<br />

Trafficai intorno al fermaglio e sentii il fardello cadermi di dosso,<br />

poi mi trovai in mezzo alla mischia.<br />

Ricordo poco dello scontro, ma per me non è insolito. Tutto ciò<br />

<strong>che</strong> mi rimane nella memoria sono alcune immagini: un collo nudo<br />

con un pomo d'Adamo sporgente e poi del sangue <strong>che</strong> sgorga<br />

mentre estraggo la spada, ma nessun ricordo del colpo inferto; la<br />

sensazione di un corpo vivo sotto ai piedi e poi il mio braccio<br />

bloccato e io immerso nel fango fino alla vita, perché la gamba<br />

storpia mi è mancata di nuovo e sono caduto; il sesso di un uomo<br />

con le gambe coperte da pelli di pecora strette da legacci di stoffa, e<br />

di nuovo la mia lama, <strong>che</strong> amputa la sua virilità; e una bocca<br />

spalancata e occhi sbarrati e mani senza forza <strong>che</strong> si avvinghiano<br />

alla mia spada cercando di strapparla dal petto dell'uomo al quale<br />

appartengono quelle stesse mani. Tutti questi ricordi sono avvolti<br />

nel silenzio. Non c'è rumore, non ci sono urla, nessun suono.<br />

Quando tutto fu finito ero completamente senza fiato e<br />

ansimavo come un vecchio. Mi piegai in avanti, con le mani sulle<br />

ginocchia, e lasciai penzolare la testa, rantolando per liberarmi i<br />

polmoni.<br />

«Comandante Varro? Stai bene?»<br />

Conoscevo quella voce; era del giovane Cirillo, uno dei miei<br />

luogotenenti. Feci un cenno di assenso con la testa, per quanto<br />

possibile da quella posizione, e lui mi lasciò e andò a controllare gli<br />

altri. A poco a poco presi coscienza delle mie mani, strette sulle<br />

ginocchia: nessuna delle due reggeva un'arma. Non avevo una<br />

spada e non ricordavo di averla lasciata cadere. Sbattei gli occhi per<br />

farne uscire la pioggia, vidi del sangue scuro sul polso e sulla mano<br />

destra e capii <strong>che</strong> ero ferito. Mi raddrizzai. Non sentivo male. Mi

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