La Spada che canta

indando ai figli della futura unione come agli eredi di Camulod e
di tutta questa terra abbiamo gentilmente spodestato il tuo erede
diretto, Pico!»
I due uomini mi stavano guardando e il significato delle mie
parole si fece strada in loro solo lentamente; il silenzio si approfondì
e si allargò mentre afferravano le implicazioni del mio pensiero. Alla
fine Caio parlò.
«Dannazione, Publio, hai un modo draconiano di arrivare al
cuore delle cose! Non ci ho proprio pensato!»
«Né avresti dovuto, padre» disse Pico con calma. «Perché è
sfuggito anche a me che si parlasse del mio patrimonio. Non ho
sentito parlare di spodestamento.»
Caio si girò per guardare direttamente suo figlio. «Ma Publio
non aveva ancora detto quello che ha detto.»
Pico scrollò le spalle, imperturbabile. «No, è vero, ma anche
adesso niente è cambiato. O avevate pensato di fare una cosa
simile?»
Suo padre gli rispose con una domanda da parte sua. «Tu che
cosa pensi? Seriamente, per favore.»
Gli occhi di Pico si spostarono dalla faccia di suo padre alla mia,
poi guardò di nuovo il padre e si grattò il naso con la punta di un
dito.
«Che cosa penso? Bene, cominciamo da quello che ho pensato
per prima cosa, e poi vediamo che cosa è cambiato, d'accordo? Mi
sono lasciato infiammare dal fuoco del vostro entusiasmo. Quei
bambini, se nasceranno, traboccheranno di sangue nobile da
entrambi i lati della loro stirpe. Se la vostra ambizione, se il vostro
sogno si realizzerà, potranno detenere il potere - la forza e il potere -
qui in Britannia da una solida base all'interno della Colonia. Ma
questo accadrà, come minimo, fra trentanni da adesso. Nel
frattempo qualcuno deve governare e nel tempo a venire questa