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Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino

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FAUNA E BIODIVERSITÀ<br />

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comune di Boffalora <strong>Ticino</strong> e il canale scolmatore di Abbiategrasso. Tuttavia è già iniziata la colonizzazione<br />

naturale di zone diverse da quelle occupate stabilmente. Nuclei permanenti sono presenti sulla riva destra<br />

nei boschi di Cassolnovo, mentre segnalazioni sono giunte da Bernate <strong>Ticino</strong>, Abbiategrasso e Ozzero.<br />

Avvistamenti sporadici sono avvenuti anche nei boschi di Vigevano e Besate.<br />

Testuggine palustre. La testuggine palustre (Emys orbicularis) è l’unica tartaruga italiana d’acqua dolce<br />

presente in particolare nelle zone di pianura ed in quelle litoranee ed è inserita nell’Allegato II <strong>del</strong>la Direttiva<br />

Habitat. La testuggine palustre vive un vasto areale che comprende l’Africa nord-occidentale, l’Europa<br />

meridionale e l’Asia occidentale. Lungo il <strong>Ticino</strong> la testuggine è sempre stata presente, ma attualmente<br />

il suo habitat ottimale viene continuamente ridotto. Nel 1989, a seguito di una ricerca <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> sulla<br />

presenza di anfibi e rettili, è stato predisposto un progetto di reintroduzione <strong>del</strong>la specie. In una lanca nella<br />

riserva “La Fagiana” sono stati liberati 41 esemplari provenienti dalla riserva naturale Bosco <strong>del</strong>la Mesola<br />

(Fe). A distanza di un decennio si può constatare una permanenza nel complesso buona. Mancano invece<br />

dati sulla diffusione in altre aree.<br />

Pelobate fosco. (): Il Pelobate fosco (Pelobates fuscus), anch’esso inserito nell’Allegato II <strong>del</strong>la Direttiva<br />

Habitat, è un piccolo anuro, molto simile ad un rospo, dalla colorazione molto variabile con tonalità<br />

grigio-biancastre. Il piede è caratterizzato da una callosità cornea di colore bianco-giallastro, che viene<br />

utilizzato per scavare il terreno, da cui il nome “rospo <strong>del</strong>la vanga”. La specie, la cui ecologia è ancora da<br />

chiarire completamente, trascorre infatti periodi di inattività sotto terra. Il pelobate fosco è un endemismo<br />

<strong>del</strong>la Pianura Padana, ma attualmente è molto raro e la sua protezione è prevista anche da leggi e<br />

accordi internazionali. Nel <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> è stato segnalato finora solo in una località presso il comune di<br />

Arsago Seprio, che è stata riconosciuta come “area di rilevanza erpetologica”. L’iniziativa di reintroduzione,<br />

intrapresa dal <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> in sintonia con analoghe iniziative di altri parchi fluviali, ha lo scopo di<br />

ampliare l’areale di diffusione <strong>del</strong>la specie con l’obiettivo di garantirne la conservazione. Sono state<br />

individuate due aree ottimali per le necessità ecologiche <strong>del</strong> pelobate: il “Bosco <strong>del</strong>le Quaranta Pertiche”<br />

nel comune di Abbiategrasso (MI) e i “Boschi <strong>del</strong> Vignolo” nel territorio di Garlasco (PV). Nelle pozze di<br />

entrambi i siti il <strong>Parco</strong> immette girini che vengono protetti da eventuali predatori. L’iniziativa è diventata<br />

pienamente operativa nel 2000 (dopo un periodo di preparazione <strong>del</strong>le pozze adatte) e, al momento, non<br />

sono ancora disponibili valutazioni sull’esito <strong>del</strong>l’operazione.<br />

Gambero di fiume. Le popolazioni di gambero di fiume (Austropotamobius<br />

pallipes) sono a rischio di estinzione in tutta Europa per molteplici cause (Allegato<br />

II e V <strong>del</strong>la Direttiva Habitat), che hanno portato sia ad una riduzione numerica<br />

<strong>del</strong>le diverse popolazioni sia ad una notevole rarefazione <strong>del</strong>le stesse. Una <strong>del</strong>le<br />

principali minacce è rappresentata dalla competizione con specie esotiche. In<br />

molte aree <strong>del</strong>la pianura padana, infatti, sono attualmente presenti due specie<br />

esotiche di gambero: Procammarus clarkii (gambero <strong>del</strong>la Louisiana) e Ortonectes limosus (gambero<br />

americano). Queste due specie sono più robuste <strong>del</strong> gambero di fiume nostrano, in particolare riguardo<br />

alla scarsità d’acqua. Il gambero nostrano è inoltre minacciato dalla “peste <strong>del</strong> gambero”, causata da un<br />

fungo di origine americana, importato probabilmente attraverso gamberi americani infetti. A differenza<br />

<strong>del</strong> gambero di fiume, i due gamberi esotici sono resistenti a tale fungo. I gamberi di fiume, inoltre, sono<br />

molto sensibili ad alcuni inquinanti, tra cui il piretro, comunemente utilizzato come antiparassitario in<br />

agricoltura. Inoltre, la meccanizzazione <strong>del</strong>l’agricoltura ha portato alla scomparsa di molti habitat idonei,<br />

rappresentati dai canali d’irrigazione con profili irregolari e ricchi di vegetazione. Per la tutela <strong>del</strong> gambero,<br />

il <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, in collaborazione con il <strong>Parco</strong> <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> Lambro e la Regione Lombardia, ha<br />

attivato un progetto Life-Natura che ha previsto la ricostituzione di popolazioni stabili attraverso interventi<br />

di reintroduzione di riproduttori. I gamberi, inoltre, vengono allevati in condizioni seminaturali in una vasca<br />

messa a disposizione dal <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>.<br />

Cicogna bianca. Il declino <strong>del</strong>le popolazioni europee di cicogna bianca pare sia stato determinato dalla<br />

diminuzione <strong>del</strong>le risorse alimentari causata dalle bonifiche e dall’uso di pesticidi in agricoltura, nonché<br />

alla mortalità nei quartieri di svernamento africani dovuta alla riduzione <strong>del</strong>le risorse alimentari a causa<br />

<strong>del</strong>la siccità. Dalla seconda metà <strong>del</strong> Novecento la specie è tornata a nidificare anche in <strong>It</strong>alia, ma sempre<br />

direttamente o indirettamente legata ai centri cicogne ed ai programmi di rilascio (con l’eccezione di<br />

un nucleo selvatico in Sicilia). Per la conservazione <strong>del</strong>la specie il <strong>Parco</strong> ha attivato un programma di<br />

riproduzione in cattività con il successivo rilascio degli esemplari riprodotti. Il programma prevede l’utilizzo<br />

di due strutture specifiche: i Centri cicogne e le Stazioni di ambientamento.

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