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Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino

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CONCLUSIONI<br />

342<br />

Una prima azione fondamentale per la tutela <strong>del</strong>la biodiversità consiste nella salvaguardia e nel potenziamento<br />

dei corridoi ecologici, che in alcuni casi è stata perseguita ricostituendo ex novo la matrice naturale per ricucire<br />

antiche interruzioni.<br />

I corridoi ecologici sono spazi occupati dagli elementi più vari: siepi, boschi, filari di alberi, fontanili, piccole<br />

zone umide, campi, ecc., che consentono agli ambienti naturali di correlarsi tra loro mantenendo così continuità<br />

e capacità di scambio.<br />

Guai, infatti, a quelle popolazioni che rimangono isolate dal contesto nelle quali sono vissute ed evolute, ne<br />

potrebbero derivare gravi elementi di scompenso fino a causarne la scomparsa! Anche se ciò può avvenire in<br />

natura (pensate alla deriva dei continenti) ed essere, in molti casi, la causa <strong>del</strong>la comparsa di nuove specie e<br />

perciò di arricchimenti biologici complessivi, la velocità e la drammaticità con cui l’uomo sta interferendo con i<br />

ritmi naturali, sottraendo alle altre specie sempre più territori e habitat, sta portando a situazioni disperate.<br />

Per restare vicino a noi basti pensare che la conurbazione <strong>del</strong> Sempione ha creato un “unicum” urbano da<br />

Milano a Sesto Calende che ha lasciato libero un solo piccolo spazio, ampio poche centinaia di metri lineari,<br />

costituito da una miscellanea di boschi, campi coltivati o abbandonati, ex discariche, che consente ancora di<br />

collegare il sud-ovest <strong>del</strong>la Pianura Padana con le Prealpi attraverso la Valle <strong>del</strong>l’Olona e la Pineta di Appiano<br />

Gentile e Tradate.<br />

Mantenere e salvaguardare questo corridoio ecologico principale, così come molti altri secondari, diventa un<br />

imperativo per realizzare la salvaguardia <strong>del</strong>l’ambiente naturale e <strong>del</strong>la vita biologica <strong>del</strong>l’intera Lombardia<br />

occidentale. Su questo fronte il <strong>Parco</strong> è fortemente impegnato e ne fanno fede le numerose pubblicazioni e i<br />

progetti realizzati richiamati nel capitolo apposito di questo lavoro.<br />

Ma spesso salvaguardare e migliorare i corridoi ecologici esistenti non basta, occorre agire su pregresse<br />

situazioni di interruzione “deframmentando”, cioè ripristinando l’originaria permeabilità biologica, consentendo<br />

così a specie animali e vegetali di tornare a comunicare tra loro in senso riproduttivo, di ricerca <strong>del</strong> cibo, di<br />

spostamenti.<br />

Su tale fronte una <strong>del</strong>le azioni di maggiore importanza messe in atto dal <strong>Parco</strong> riguarda la deframmentazione<br />

intrapresa per ridare continuità biologica all’asta principale <strong>del</strong> fiume. Le dighe di Porto <strong>del</strong>la Torre e <strong>del</strong><br />

Panperduto, costruite all’inizio <strong>del</strong> secolo scorso e che avevano interrotto i flussi migratori di molte specie<br />

animali, pesci soprattutto, quali storioni, anguille e lamprede, verranno rese “permeabili” attraverso la costruzione

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