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Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino

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SUOLO E ASSETTO IDROGEOLOGICO<br />

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esempio cadmio, arsenico, piombo, mercurio) e diversi altri composti organici (diossine, bifenili policlorurati,<br />

idrocarburi policiclici aromatici, ecc.).<br />

Varie pratiche agricole possono essere considerate fonte di contaminazione diffusa <strong>del</strong> suolo, anche se si<br />

conoscono meglio i loro effetti sull’acqua.<br />

Il problema maggiore è dato dalle forme azotate derivate da sistemi di produzione agricola nei quali non è<br />

raggiunto un equilibrio tra input e output di sostanze nutritive nel suolo, con scompensi che spesso provocano<br />

la contaminazione <strong>del</strong>le acque superficiali e sotterranee; benché infatti la fertilizzazione organica, con letami<br />

e liquami, e inorganica, con concimi minerali, siano pratiche abituali indispensabili per la produzione agraria,<br />

esse determinano un evidente eccesso nell’apporto di azoto rispetto al consumo <strong>del</strong>lo stesso nutriente da<br />

parte <strong>del</strong>le colture agrarie.<br />

Un secondo problema riguarda i prodotti fitosanitari, sostanze potenzialmente tossiche rilasciate nell’ambiente<br />

per combattere gli insetti nocivi e le malattie <strong>del</strong>le piante. Anche se l’utilizzo di questi prodotti, che devono<br />

essere applicati nel rispetto <strong>del</strong>le buone pratiche agricole, è regolamentato, è stato riscontrato che percolano<br />

attraverso il suolo fino alle acque sotterranee e sono erosi insieme al suolo finendo nelle acque superficiali, dove<br />

possono verificarsi fenomeni di accumulo. Anche l’utilizzo agricolo di rifiuti, in particolare fanghi di depurazione<br />

e compost, può portare alla diffusione sul suolo di metalli pesanti e di composti organici scarsamente<br />

biodegradabili, con conseguente possibile aumento <strong>del</strong>la concentrazione di queste sostanze nel suolo.<br />

L’inquinamento <strong>del</strong> suolo da fonti puntuali e quindi la presenza di siti contaminati rappresenta una<br />

compromissione <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> suolo tale da impedire lo sviluppo, spesso totale, <strong>del</strong>le funzioni che il suolo<br />

stesso dovrebbe svolgere.<br />

Con il termine “siti contaminati” ci si riferisce a tutte quelle aree nelle quali, in seguito ad attività umane svolte<br />

o in corso, è stata accertata un’alterazione puntuale <strong>del</strong>le caratteristiche naturali <strong>del</strong> suolo, <strong>del</strong> sottosuolo, <strong>del</strong>le<br />

acque superficiali e sotterranee da parte di un qualsiasi agente inquinante presente in concentrazioni superiori<br />

a determinati limiti tabellari stabiliti per un certo riutilizzo.<br />

Rientrano in questa definizione di siti le contaminazioni locali <strong>del</strong>le matrici ambientali soprattutto in aree<br />

industriali attive o dimesse, nonché in aree interessate da smaltimenti abusivi, o non ambientalmente corretti,<br />

di rifiuti, mentre ne sono escluse le contaminazioni diffuse dovute sia ad emissioni in atmosfera che ad utilizzi<br />

agricoli.<br />

Di seguito si elencano i siti contaminati presenti nel territorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>. Tale elenco non è completo ed<br />

esaustivo di tutte le situazioni critiche presenti nell’area <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, ma comprende solo i siti in cui il <strong>Parco</strong> ha<br />

preso parte ai processi di istruttoria.

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