Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino
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SUOLO E ASSETTO IDROGEOLOGICO<br />
131<br />
Figura 5.5: Banalizzazione di corsi d’acqua a seguito di artificializzazione <strong>del</strong>l’alveo. (da CIRF, 2006.<br />
La riqualificazione fluviale in <strong>It</strong>alia)<br />
ALVEO NATURALE ALVEO NATURALE<br />
Temperatura adeguata, con<br />
minime variazioni; buon<br />
ombreggiamento; rifugi per<br />
pesci; abbondante apporto<br />
alimentare (foglie).<br />
ALVEO SISTEMATO ALVEO SISTEMATO<br />
Riscaldamento <strong>del</strong>le<br />
acque in magra, con<br />
rapide variazioni<br />
giornaliere e stagionali;<br />
assenza di ombreggiamento<br />
e di ripari per pesci; ridotti<br />
apporti famigliari<br />
Sequenza buche-raschi<br />
I sedimenti <strong>del</strong> fondo<br />
adeguatamente distribuiti in<br />
base alla granulometria forniscono<br />
habitat diversificati<br />
per gli organismi acquatici;<br />
alternanza raschi e pozze.<br />
Principalmente raschi<br />
Distribuzione dei sedimenti<br />
omogenea; habitat poco<br />
diversificati; pochi organismi;<br />
principalmente raschi.<br />
Infine non va sottovalutato l’aspetto fruitivo, infatti per essere godibile un corso d’acqua deve presentare<br />
una buona qualità <strong>del</strong>l’ambiente (natura, vegetazione, luoghi ombreggiati, spiagge, specchi d’acqua, ecc.) e<br />
<strong>del</strong>l’acqua (colore, trasparenza, diversità biologica, inquinamento). Fiumi molto artificializzati non presentano<br />
queste caratteristiche.<br />
Per evitare le disastrose conseguenze <strong>del</strong>le sistemazioni idrauliche non esiste un metodo unitario, ma esiste la<br />
consapevolezza <strong>del</strong>la necessità di ricreare un nuovo equilibrio tra uomo e fiume, comeribadito dalla Direttiva<br />
2000/60.<br />
Per fare questo è necessario perseguire alcuni principi di base.<br />
- Laminazione diffusa. Per recuperare la capacità di laminazione diffusa non è sufficiente la sola realizzazione<br />
di casse di espansione, ma è necessario anche:<br />
Ridare spazio ai fiumi allargando le sezioni disponibili attraverso l’arretramento e/o rimozione di argini e<br />
difese non utili, abbassando e riconnettendo le aree golenali rialzate, riattivando e/o ampliando la piana<br />
inondabile e ricreando elementi morfologici non più attivi.<br />
Recuperare aree esondabili perifluviali, prevedendo un uso <strong>del</strong> suolo compatibile in zone destinate a<br />
periodiche inondazioni, attraverso forestazione, creazione aree umide, ecc.<br />
Ridurre le pendenze e quindi rallentare i deflussi, evitando le rettificazioni e ricreando o favorendo<br />
la formazione di un tracciato diversificato secondo le tendenze geomorfologiche proprie <strong>del</strong> corso<br />
<strong>del</strong>l’acqua.<br />
Favorire la presenza di vegetazione arborea e arbustiva in alveo per rallentare la corrente e ridurre i picchi<br />
di piena.<br />
- Convivere con il rischio. Secondo questo principio, bisogna rinunciare all’illusione di “mettere in sicurezza”<br />
e “fissare il fiume” e accettare di convivere con il rischio. Questo significa iniziare a ridurre il danno potenziale<br />
(ovvero i beni a rischio) e la probabilità di eventi idrometrici estremi (ovvero picchi di piene troppo alti). Per<br />
fare ciò occorre:<br />
Fermare l’urbanizzazione <strong>del</strong>le aree perifluviali e considerare che in molti casi <strong>del</strong>ocalizzare anziché<br />
difendere i beni esposti può essere conveniente dal punto di vista economico.<br />
Accettare danni modesti ma diffusi (ad esempio allagando ogni tanto i campi lungo i corsi d’acqua)<br />
mettendo in atto disposizioni fisiche, organizzative, economiche e giuridico-amministrative, tali da prevenire,