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Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino

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CONCLUSIONI<br />

336<br />

La missione “storica” affidata al <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> lombardo: tutelare acque, foreste e territori<br />

agricoli<br />

Urbanizzazione senza regole, attività edilizia selvaggia, deterioramento <strong>del</strong>le acque, danni provocati dalle<br />

cave di ghiaia e sabbia, boschi “chiusi al pubblico” e utilizzati come esclusive riserve di caccia o, peggio,<br />

per nascondere attività poco lecite ad occhi indiscreti: questi erano i problemi più evidenti contro i quali si<br />

batteva un movimento popolare che ebbe origine a Pavia fin dal 1967. Sulla spinta <strong>del</strong>le preoccupazioni <strong>del</strong>le<br />

popolazioni <strong>del</strong> pavese e <strong>del</strong> milanese, nel 1972 il periodico “Il Giornale <strong>del</strong>la Lombardia” raccolse tali istanze,<br />

se ne fece portavoce e presentò una proposta di legge che, sottoscritta da oltre 20.000 elettori lombardi venne<br />

recepita dalla neo insediata Regione Lombardia la quale approvò con Legge Regionale n. 2 <strong>del</strong> 9 gennaio<br />

1974, il primo <strong>Parco</strong> Regionale istituito in <strong>It</strong>alia. Pochi anni dopo, nel 1978, su analoghe spinte popolari la<br />

Regione Piemonte istituirà il contermine <strong>Parco</strong> piemontese.<br />

Ai problemi già evidenziati i Parchi vennero chiamati a dare risposte coerenti, così come recitano le Leggi<br />

istitutive di quegli anni, gli Statuti e il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) lombardo, datato 1980.<br />

Nella Legge che approvava il PTC <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> lombardo e che dava concretamente il via alla azione di governo <strong>del</strong>lo<br />

stesso, quattro erano gli articoli-obiettivo sui quali l’Ente neo costituito era chiamato ad agire: la strumentazione<br />

urbanistica generale e il controllo degli insediamenti (artt.2 e 4), la tutela <strong>del</strong> patrimonio boschivo e forestale<br />

(art. 3), il controllo <strong>del</strong>le attività di cava (art.5).<br />

Anche se nel PTC <strong>del</strong> 1980 la prima finalità di tutela in ordine all’articolo 1 appariva essere quella relativa alle<br />

“…..acque <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, sia per quanto concerne il loro regime che la tutela dagli inquinamenti…..” la mancanza<br />

ad un richiamo di esplicite competenze nella norma istitutiva era premonitrice <strong>del</strong>le grandi difficoltà che il <strong>Parco</strong><br />

avrebbe dovuto affrontare su quel fronte che, mentre appariva logicamente il più importante (per un parco<br />

fluviale!) su cui concentrarsi, risultava da subito privo di reali strumenti con cui operare, ma soprattutto, privo<br />

di quel sostegno e volontà politica che ancora oggi, quasi trent’anni dopo, negano su tale fronte all’Ente pieno<br />

riconoscimento, essendo la materia “acque” forse uno degli argomenti normativamente più contraddittori e<br />

disorganici <strong>del</strong> nostro ordinamento, sia statale che regionale.<br />

Così, mentre sugli altri fronti sui quali il <strong>Parco</strong> era stato chiamato a rispondere: urbanistica, boschi e cave, i<br />

risultati non si erano fatti attendere, occorrerà arrivare alla “Variante generale al PTC” (nella pratica, un nuovo<br />

piano territoriale!) per affermare con forza la centralità <strong>del</strong> fiume e <strong>del</strong>le sue acque per le politiche <strong>del</strong><br />

<strong>Parco</strong>, centralità che, come già accennato, stenta ancora oggi ad essere normativamente e istituzionalmente<br />

riconosciuta.<br />

Per tentare di porre rimedio a tale vuoto, il <strong>Parco</strong> lombardo, stringendo un accordo di programma con quello<br />

piemontese, ha iniziato a partire dall’anno 2001 una propria azione di monitoraggio e di coordinamento tra i<br />

vari enti deputati al controllo e alla gestione <strong>del</strong>le acque (ASL, ARPA), nonché con le Amministrazioni Pubbliche<br />

(Comuni, Province, ATO) e private che hanno in gestione il ciclo <strong>del</strong>l’acqua ed, in particolare, la gestione dei<br />

depuratori, allo scopo di coinvolgere in modo sempre più forte i numerosi attori che si occupano a vari livelli<br />

<strong>del</strong>la qualità idrica e per sensibilizzare il maggior numero di enti e istituzioni possibile alla ricerca di un comune<br />

obiettivo: rendere il <strong>Ticino</strong> balneabile entro pochi anni, tornando così ad una situazione ambientale che, come<br />

si è anzi dimostrato, risultava ormai alterata da oltre mezzo secolo.<br />

Nonostante il grande sforzo profuso dai Parchi e da molti enti ed amministrazioni pubbliche e private, il giudizio<br />

sintetico che tecnicamente si esprime su questo testo nella chiusura <strong>del</strong> capitolo dedicato alle acque <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>,<br />

presenta un indicatore ancora rivolto al rosso: ferraginosità <strong>del</strong>le norme, frammentazione <strong>del</strong>le competenze,<br />

i cambiamenti climatici in corso e la continua richiesta di acque (spesso male utilizzate e sprecate) per usi<br />

agricoli ed industriali non lasciano presagire nulla di buono. Occorrerà un grande sforzo e abilità politiche e<br />

culturali per mantenere costante l’attenzione <strong>del</strong>l’opinione pubblica sul tema e per far ottenere ai Parchi quel<br />

riconoscimento istituzionale necessario per adempiere appieno alla loro missione.<br />

Le foreste <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, come tutti i sistemi dei viventi, sono da sempre in evoluzione e trasformazione. Non<br />

possiamo, quindi, descriverne uno stadio preciso e puntuale sul quale determinare le caratteristiche <strong>del</strong>le<br />

“nostre” foreste senza tenere conto dei numerosi aspetti che hanno portato a tale stadio e che continuano a<br />

modificarlo costantemente.<br />

Questa è una premessa fondamentale che mi preme evidenziare anche perché, ovviamente, accanto a fattori<br />

geomorfologici, climatici e biologici, che hanno dato origine e tutt’ora agiscono rimo<strong>del</strong>lando i nostri boschi, si<br />

associano e si sovrappongono le azioni <strong>del</strong>l’uomo, dirette ed indirette che, a loro volta, sono il risultato di una<br />

o più visioni e modi di intendere il bosco stesso, dipendenti da fattori economici e sociali che influenzano il<br />

momento storico a cui si riferiscono.<br />

Ovviamente, il <strong>Parco</strong> ha una sua “visione” dei boschi <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, frutto di oltre trent’anni di lavoro e di esperienze

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