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Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino

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PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO<br />

208<br />

Rapporti con il PTC <strong>del</strong> <strong>Parco</strong><br />

Art. 7.F.3 (D.G.R. n° 5983/2001) - Art. 6.F.3 (D.C.R. n° 919/2003)<br />

Il territorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> è interessato dal Piano Stralcio <strong>del</strong>le Fasce Fluviali approvato con D.P.C.M. <strong>del</strong> 28 luglio<br />

1998 e dal Piano stralcio di Assetto Idrogeologico. I vincoli e le prescrizioni dettati dai suddetti Piani Stralcio<br />

integrano le norme <strong>del</strong> P.T.C. e prevalgono su di esse.<br />

In merito a tali strumenti, l’Ente <strong>Parco</strong>:<br />

si attiene alle disposizioni immediatamente vincolanti dei Piani Stralcio e alle relative misure di<br />

salvaguardia;<br />

concorre, nell’ambito <strong>del</strong>le proprie competenze, di concerto con l’Autorità idraulica competente, alla<br />

determinazione <strong>del</strong> ciglio <strong>del</strong>la sponda;<br />

esercita il diritto di prelazione relativo alla concessione <strong>del</strong>le aree <strong>del</strong> demanio fluviale;<br />

concorre, nell’ambito <strong>del</strong>le proprie competenze, alla definizione dei programmi di intervento in attuazione<br />

alla pianificazione di bacino;<br />

esprime parere, nell’ambito <strong>del</strong>le proprie competenze, circa gli interventi previsti dalla programmazione di<br />

cui sopra;<br />

partecipa, nell’ambito <strong>del</strong>le proprie competenze, agli accordi di programma, contratti, intese per l’attuazione<br />

<strong>del</strong>la pianificazione di bacino.<br />

La Rete Ecologica<br />

Negli ultimi anni si è affermata in Europa e in <strong>It</strong>alia la consapevolezza che la teoria conservazionistica fondata<br />

sull’individuazione di aree protette istituzionalmente riconosciute non sia più sufficiente a garantire la tutela<br />

e la salvaguardia <strong>del</strong>le aree naturali residue che rischiano così di ridursi ad “isole” immerse in una matrice<br />

fortemente antropizzata e banalizzata. E’ invece necessario costruire una rete costituita da aree naturali e<br />

seminaturali (la cosiddetta Rete Ecologica) in grado di svolgere non solo una funzione biologica, ma<br />

tale da configurarsi come una vera e propria infrastruttura ambientale che assicuri su tutto il territorio le<br />

condizioni di uno sviluppo ambientalmente sostenibile. Obiettivo prioritario è contrastare le tendenze in atto<br />

di frammentazione, disgregazione e lacerazione <strong>del</strong> territorio, sotto la spinta di fenomeni quali la diffusione<br />

insediativa, la proliferazione <strong>del</strong>le maglie infrastrutturali, l’industrializzazione <strong>del</strong>l’agricoltura, l’espansione <strong>del</strong><br />

turismo negli “spazi naturali”. Il raggiungimento di tale obiettivo richiede l’integrazione negli strumenti ordinari<br />

<strong>del</strong> territorio <strong>del</strong>le opzioni di tutela per una pianificazione che potremmo definire “ecologica”, in cui agli interessi<br />

ambientali viene assegnato lo stesso valore dei tradizionali interessi che i piani devono comporre.<br />

Gli elementi chiave di una rete ecologica sono così riassumibili:<br />

Core area (Aree centrali dette anche nuclei, gangli o nodi): sono aree naturali di grande dimensione, di alto<br />

valore funzionale e qualitativo ai fini <strong>del</strong> mantenimento <strong>del</strong>la vitalità <strong>del</strong>le popolazioni target; costituiscono<br />

l’ossatura <strong>del</strong>la rete ecologica<br />

Buffer zone (Zone cuscinetto): sono settori territoriali limitrofi alle core area. Hanno funzione protettiva nei<br />

confronti di queste ultime riguardo agli effetti <strong>del</strong>eteri <strong>del</strong>la matrice antropica (frammentazione ed “effetto<br />

margine”) sulle specie più sensibili.<br />

Wildlife (ecological) corridor (Corridoi ecologici): sono fasce continue ad elevata naturalità che costituiscono<br />

collegamenti lineari e diffusi fra le core area e fra queste e le altre componenti <strong>del</strong>la rete.<br />

Stepping stone (“Pietre da guado”): non sempre i corridoi ecologici hanno una continuità completa; spesso<br />

il collegamento può avvenire anche attraverso aree naturali minori poste lungo linee ideali di passaggio, che<br />

funzionino come punto di appoggio e rifugio per gli organismi mobili<br />

Restoration area (Aree di restauro ambientale): non necessariamente gli elementi precedenti <strong>del</strong> sistema di<br />

rete sono esistenti al momento <strong>del</strong> progetto. Si possono quindi prevedere, attraverso interventi di rinaturazione<br />

e di deframmentazione specifici, nuove unità para-naturali in grado di completare lacune strutturali capaci di<br />

compromettere la funzionalità <strong>del</strong>la rete.<br />

<br />

Approfondimento<br />

LA RETE ECOLOGICA DEL PARCO DEL TICINO<br />

La posizione geografica <strong>del</strong>l’area parco, strategica nel contesto geoeconomico <strong>del</strong>l’alta Pianura Padana, la<br />

conseguente presenza di grandi, medie e piccole infrastrutture, reti e corridoi tecnologici, paesi e città, anche<br />

di grandi dimensioni, e tra questi anche la presenza di opere di rilevante impatto ambientale, quali l’aeroporto<br />

di Malpensa, fanno <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> un laboratorio unico, per complessità e difficoltà di intervento, per

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