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Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino

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CONCLUSIONI<br />

340<br />

rotazione non depauperanti. Questi aspetti, sommati ad una particolare attenzione per il patrimonio edilizio<br />

- di cui la cascina lombarda rappresenta l’elemento di maggior pregio - e la diffusione di una nuova cultura<br />

che possa portare l’imprenditore agricolo a diversificare coltivazioni e redditi, anche attraverso una produzione<br />

più sostenibile, sono gli obiettivi su cui il <strong>Parco</strong> pone il proprio maggiore impegno, considerato che il territorio<br />

agricolo si estende su una superficie di circa 50.000 ettari, pari a oltre la metà <strong>del</strong>l’intera Area Protetta.<br />

Per tutelare e favorire la corretta gestione <strong>del</strong> territorio e <strong>del</strong>le risorse agricole, si è lavorato soprattutto attraverso<br />

il dialogo, il confronto e la collaborazione con tutti gli attori che, a diverso titolo, si occupano di agricoltura e di<br />

territorio. Ad esempio, il <strong>Parco</strong> ha promosso la costituzione di un Comitato Tecnico Agricolo attraverso il quale<br />

mettere a punto i programmi di lavoro annuali <strong>del</strong> settore agricolo e definire le strategie per trovare soluzioni<br />

condivise alle numerose problematiche <strong>del</strong> settore.<br />

Ciò ha permesso di impostare, su basi di reciproca fiducia e sostegno, la tutela <strong>del</strong>la biodiversità <strong>del</strong> sistema<br />

agricolo, ad esempio salvaguardando le antiche pratiche di coltivo a marcita ancora presenti in 65 aziende<br />

sottoscrivendo altrettanti protocolli bilaterali tra <strong>Parco</strong> e aziende agricole; oppure, attraverso la promozione e<br />

l’attivazione di misure agroambientali (previste dal Piano di Sviluppo Rurale regionale) finalizzate alla creazione<br />

o alla valorizzazione di elementi caratterizzanti il paesaggio agrario; ancora, attivando la sottoscrizione e la<br />

realizzazione <strong>del</strong>la “Carta <strong>del</strong>la biodiversità <strong>del</strong> riso”, o attraverso la tutela e promozione di tipiche coltivazioni<br />

e prodotti locali quali il “Fagiolo Borlotto di Gambolò”, i castagneti da frutto <strong>del</strong> varesotto, le vacche di razza<br />

padana varzese, o il ripristino dei vigneti storici di Villa Annoni di Cuggiono con le varietà di uve antiche<br />

ivi coltivate e tipiche dei nostri territori. Questi sono solo alcuni dei numerosi progetti e azioni attuati di<br />

concerto tra <strong>Parco</strong> e agricoltori per raggiungere l’obiettivo di un equilibrato sviluppo agricolo e per la tutela<br />

<strong>del</strong>l’agrobiodiversità e, attraverso essi, <strong>del</strong> paesaggio, <strong>del</strong>la storia e <strong>del</strong>le tradizioni <strong>del</strong> territorio. Nel nostro<br />

mondo agricolo penetrano ancora ben salde le radici <strong>del</strong>la nostra identità culturale! E’ tutelando e arricchendo<br />

questo mondo che tuteliamo e arricchiamo il nostro sistema sociale; impoverendolo, demotivandolo o<br />

marginalizzandolo si perdono irrimediabilmente le nostre radici culturali e con esse la qualità e, spesso, anche<br />

il senso <strong>del</strong>la nostra esistenza.<br />

Uno degli strumenti fondamentali <strong>del</strong> dialogo con gli imprenditori agricoli è consistito nella attuazione <strong>del</strong><br />

cosiddetto “Progetto Speciale Agricoltura”: una serie di misure di sostegno diretto ed indiretto per le imprese<br />

agricole. Oltre alle già citate attività di sperimentazione e di mantenimento di colture storiche, i principali filoni di<br />

intervento sono consistiti nell’assistenza tecnica alle imprese, nella promozione dei prodotti e nell’affidamento<br />

ad aziende agricole di servizi diversi (manutenzioni dei beni e proprietà <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, gestione <strong>del</strong>la sentieristica,<br />

di aree forestali, ecc.).<br />

Particolare successo ha avuto, e continua ad avere, la promozione di un “marchio di qualità” <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> attribuito<br />

a prodotti ottenuti da agricoltura ecocompatibile. In sintesi, le aziende che decidono di sottoscrivere degli<br />

appositi disciplinari di esercizio ed arrivano a produrre alimenti di qualità conservando un sistema agricolo di<br />

qualità paesistica ed ecosistemica elevata, possono beneficiare <strong>del</strong> Marchio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>: ad oggi risultano quasi<br />

trenta le aziende aderenti a tale iniziativa.<br />

Proprio la maggiore attenzione posta dal mondo agricolo ai valori ambientali, la dinamicità dimostrata da molti<br />

giovani imprenditori nell’affrontare le sfide <strong>del</strong> biologico, <strong>del</strong>l’agriturismo, <strong>del</strong>la lavorazione e vendita diretta<br />

in azienda dei prodotti, peraltro sempre di grande qualità, unitamente alle politiche <strong>del</strong>l’Unione Europea che<br />

fanno <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’ambiente e dei prodotti agroalimentari gli elementi trainanti <strong>del</strong> futuro <strong>del</strong>l’agricoltura,<br />

(politiche quasi sempre coincidenti con quelle adottate dal <strong>Parco</strong>), tutti questi fattori fanno ben sperare e<br />

quindi, l’indice sintetico relativo al capitolo dedicato all’agricoltura tende al positivo.<br />

Ciò nonostante, il rischio continuo di vedere il prezioso territorio a coltivo trasformato in aree urbane o<br />

assoggettato a devastanti opere infrastrutturali permane, e anzi, come avrò modo oltre di illustrare, rappresenta<br />

l’elemento di maggiore preoccupazione che emerge da questo lavoro. Proprio per questo occorrerà il coraggio<br />

di affrontare, ancora una volta per primi, anche se si spera non da soli, un nuovo capitolo ed una nuova sfida:<br />

non più un metro di suolo <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> sottratto all’agricoltura! Per fare ciò occorrerà condividere un nuovo patto<br />

sociale con tutte la forze in grado di raggiungere questo risultato: agricoltori innanzitutto, ma non solo! Servirà<br />

l’appoggio convinto e sincero <strong>del</strong>le forze culturali e sociali, dagli ambientalisti ai consumatori, affinché ad ogni<br />

nuova espansione edilizia e ad ogni nuova costruzione di strade facciano da contraltare la deinfrastrutturazione<br />

e la <strong>del</strong>ocalizzazione di strutture che frammentano e mortificano l’attività agricola e con essa tutti quei valori<br />

immateriali, oltre che economici e sociali, di cui essa è portatrice.<br />

La realizzazione di questo lavoro ha messo in evidenza anche alcune lacune. Due in particolare vanno<br />

evidenziate perché riguardano entrambe, direttamente e indirettamente, il mondo agricolo.<br />

Il primo dato da colmare riguarderà l’uso e il tipo di presidi sanitari (fitofarmaci) e di prodotti chimici (concimi e

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