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Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino

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VEGETAZIONE<br />

73<br />

La trasformazione <strong>del</strong> bosco<br />

Il cambio di destinazione d’uso <strong>del</strong> bosco, ossia l’eliminazione <strong>del</strong>la vegetazione esistente per un’utilizzazione<br />

<strong>del</strong> terreno diversa da quella forestale, è regolamentato dal D.lgs 227/2001 e dal D.lgs 42/2004.<br />

Il rilascio <strong>del</strong>l’autorizzazione <strong>del</strong> cambio di destinazione d’uso <strong>del</strong> bosco, ai sensi <strong>del</strong>l’art. 6 <strong>del</strong>la L.R. 27/2004,<br />

è di competenza <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>.<br />

Gli interventi compensativi da realizzarsi in seguito a trasformazioni paesaggistiche sono regolati dalla D.G.R.<br />

675 <strong>del</strong> 21 settembre 2005, “Criteri per la trasformazione <strong>del</strong> bosco e per i relativi interventi compensativi”,<br />

ai sensi <strong>del</strong>l’art. 4, comma 8, <strong>del</strong>la L.R. 27/2004, che ha sostituito la dgr. 13900/2003.<br />

L’autorizzazione ad effettuare una trasformazione <strong>del</strong> bosco è subordinata alla realizzazione di interventi di<br />

natura compensativa che possono consistere in:<br />

Rimboschimenti su terreni non boscati;<br />

Interventi di riequilibrio idrogeologico;<br />

Opere di miglioramento dei boschi esistenti.<br />

La normativa prevede la possibilità da parte <strong>del</strong> richiedente l’autorizzazione di affidare all’Ente Locale la<br />

realizzazione di interventi compensativi, versando l’importo pari al costo degli interventi maggiorato <strong>del</strong> 20%.<br />

La tutela e la gestione dei filari, siepi e fasce boscate<br />

Per fasce boscate si intendono tutte quelle aree, che pur presentando le caratteristiche di un bosco, non<br />

rientrano nella definizione di bosco di cui all’art. <strong>del</strong>la L.R. 27/2004.<br />

Il taglio selvicolturale dei filari, siepi e fasce boscate è soggetto al rilascio di autorizzazione se tali formazioni<br />

vegetali sono collocate all’interno <strong>del</strong>le zone B1, B2, B3 e ZNP ai sensi <strong>del</strong> Piano Territoriale di Coordinamento<br />

<strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, ovvero nelle zone di maggior pregio naturalistico.<br />

Mentre se esse si trovano esternamente a tali zone e l’intervento che si intende effettuare non determina<br />

alterazioni a livello paesaggistico, non è necessario ottenere l’autorizzazione.<br />

In caso di alterazione <strong>del</strong> paesaggio, quindi in particolare nei casi di eliminazione di filari, siepi e fasce boscate<br />

tutelati dalla normativa paesaggistica è necessario richiedere l’autorizzazione al <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, fatta eccezione<br />

per gli interventi da effettuare in zona Iniziativa Comunale (IC) che risultano di competenza dei Comuni<br />

territorialmente competenti.<br />

I boschi <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>: tutela ed utilizzazione selvicolturale<br />

Fattori di origine sociale ed agronomica, hanno fatto sì che la Valle <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> sia stata in parte risparmiata<br />

dall’espansione agricola ed urbanistica che ha caratterizzato tutta la Pianura Padana. Attualmente dei 91.000<br />

ettari circa di territorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, 19.000 sono coperti da bosco, circa il 21% <strong>del</strong>la superficie totale.<br />

Dato il tipico sviluppo longitudinale sul territorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> da Nord a Sud, la componente forestale<br />

presenta forti differenze a seconda <strong>del</strong>la zona.<br />

Le formazioni <strong>del</strong>le zone settentrionali sono quelle <strong>del</strong>le aree terrazzate, ove si osservano aree a Castagno,<br />

Robinia, Carpino, Olmo, Farnia, con il ceduo come forma di governo prevalente.<br />

Più a sud, nelle aree circostanti l’aerostazione di Malpensa 2000 si incontrano le aree a brughiera, caratterizzate<br />

da terreni antichi, poveri e generalmente acidi. Le “brughiere” sono oggi ridotte, per l’invasione di specie<br />

esotiche quali Robinia, Ailanto e Prunus serotina e per il forte impatto <strong>del</strong>l’espansione urbanistica.<br />

Sulle colline moreniche permangono alcune aree con strutture boscate più complesse. La Robinia rimane<br />

molto rappresentata, ma è buona la percentuale di piante autoctone, che a tratti costituiscono fustaie miste<br />

o cedui invecchiati di Pino silvestre, Farnia, Castagno, Robinia e Quercia rossa. Sono presenti sporadiche<br />

Betulle, Aceri di monte, Frassini, Carpini bianchi. Fra le specie <strong>del</strong> piano arbustivo si trovano Nocciolo, Corniolo,<br />

Frangola.<br />

Dove il fiume allarga il suo alveo la situazione risulta più complessa. Lungo il fiume sulle sabbie e ghiaie si trova<br />

il Salice bianco, mentre nelle zone di lanche e di rami laterali <strong>del</strong> fiume sono presenti formazioni più igrofile<br />

quali Salici di diverse specie, Ontano nero, Pioppi e Pado.<br />

Scostandosi dalle zone più umide si ritrovano boschi a Farnia e Olmo, conservati solo per brevi tratti, laddove<br />

non sono stati sostituiti da aree agricole e pioppeti.<br />

Nelle zone più asciutte sono presenti boschi di Farnia mista con Olmo, Acero campestre, Ciliegio, Pado,<br />

Frassino maggiore, Carpino bianco, con presenza nello strato arbustivo di Nocciolo, Biancospino, Ligustro,<br />

Sanguinello.<br />

Nelle zone più umide oltre alla Farnia è presente anche il Pioppo bianco.

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