Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino
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SUOLO E ASSETTO IDROGEOLOGICO<br />
116<br />
puntiformi di inquinamento dei suoli sono di più facile individuazione, mentre maggiori incertezze ci sono<br />
per contaminazioni di tipo diffuso. L’inquinamento <strong>del</strong> suolo può avere origini e caratteristiche diverse:<br />
può essere prodotto dai pesticidi e dai concimi chimici usati in agricoltura, dalle acque di scarico <strong>del</strong>le<br />
fogne, dai sottoprodotti dei processi industriali, dalle infiltrazioni provenienti dalle discariche e dai rifiuti<br />
tossici abbandonati sul terreno (spesso contenenti alte concentrazioni di metalli pesanti). Anche gli isotopi<br />
radioattivi rilasciati in seguito a esplosioni nucleari sperimentali e, in misura minore, dalle centrali nucleari<br />
possono inquinare i suoli in modo grave.<br />
Compattazione: è un rischio tipico <strong>del</strong>le aree agricole intensive caratterizzate da una spinta meccanizzazione.<br />
La compattazione è in genere considerata una forma di degrado dei suoli diffusa negli ambienti padani,<br />
soprattutto nella piana alluvionale <strong>del</strong> Po.<br />
Acidificazione: è causata dalle deposizioni acide secche e umide che aumentano l’acidità <strong>del</strong> suolo. Le<br />
piogge acide, che presentano in genere un pH inferiore a 5,6, alterano le proprietà <strong>del</strong> terreno arrecando<br />
gravi danni alla vegetazione. L’acidità <strong>del</strong>le piogge è dovuta alla trasformazione chimica dei composti (primi<br />
fra tutti l’anidride solforosa e alcuni ossidi di azoto) rilasciati in atmosfera dalle attività umane, in particolare<br />
dall’uso di combustibili fossili.<br />
Consumo: questo fenomeno, dovuto a processi di urbanizzazione, realizzazione di infrastrutture, escavazione<br />
di materiali terrosi, rappresenta il più grave e diffuso rischio di degrado quali-quantitativo <strong>del</strong>le risorse<br />
pedologiche in Lombardia vista l’altissima densità di popolazione di questa regione.<br />
Perdita di sostanza organica: spesso causa e contemporaneamente conseguenza di processi di<br />
erosione, è generalmente associata agli effetti di pratiche agricole intensive, soprattutto se accompagnate<br />
dalla concomitante scomparsa <strong>del</strong>l’attività zootecnica.<br />
Nell’area <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, caratterizzata da un’elevata pressione antropica e un esteso utilizzo <strong>del</strong> territorio<br />
da parte <strong>del</strong>l’uomo, la tutela <strong>del</strong>la risorsa suolo necessita particolare attenzione.<br />
Di fatto sussiste una forte competizione per l’utilizzo <strong>del</strong> suolo e <strong>del</strong> sottosuolo. La carta <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> suolo<br />
(argomento trattato nel Capitolo 9–Paesaggio), evidenzia che il 20% <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> è occupato da<br />
aree urbanizzate, aree estrattive, discariche e spazi verdi artificiali non agricoli, mentre il 56% è utilizzato da<br />
attività agricole. Solo il 21 % <strong>del</strong>la superficie totale <strong>del</strong> parco (91.547 ettari) è censito come area boschiva,<br />
alla quale si aggiunge il 3% di territorio occupato da acque e acquitrini, per un totale di circa 22.000 ettari che<br />
possono dunque essere considerati paesaggi naturali. Nella parte settentrionale <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, nelle Province di<br />
Varese e Milano, è rilevante la percentuale di territorio occupato dalle aree urbanizzate, mentre nella Provincia<br />
di Pavia la presenza più massiccia è costituita dalle superfici destinate alle attività agricole.<br />
La pressione esercitata dalla competizione per l’uso <strong>del</strong> suolo si manifesta in modo concreto con i cambi di<br />
destinazione d’uso, come la trasformazione da aree a bosco ad aree edificate o destinate all’agricoltura (Cap.<br />
3 Vegetazione).<br />
Il territorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, infine, per il fatto che si sviluppa lungo l’asta fluviale <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, dal punto di vista geologico<br />
e idrogeologico presenta numerosi fattori di criticità, che si manifestano come aree in cui le destinazioni d’uso<br />
devono essere definite, o comunque monitorate, al fine di limitare i rischi connessi ad eventi di piena o a<br />
possibili fenomeni di dissesto idrogeologico.<br />
Cenni normativi<br />
Prima <strong>del</strong> 2006, la tutela <strong>del</strong> suolo non era supportata da una normativa univoca ed organica, ma da una<br />
pluralità di norme che disciplinavano i diversi aspetti di tutela: assetto idrogeologico, rischio sismico, attività<br />
estrattiva, bonifica dei siti contaminati.<br />
La prima legge sulla difesa <strong>del</strong> suolo, la Legge n. 183 <strong>del</strong> 18 maggio 1989, interveniva infatti nello specifico<br />
ambito <strong>del</strong>la protezione dal rischio idrogeologico su scala di bacino idrografico, prevedendo nell’articolazione<br />
dei Piani per l’Assetto Idrogeologico, interventi prevalentemente finalizzati alla specifica tutela <strong>del</strong>le risorse<br />
idriche all’interno <strong>del</strong>le problematiche <strong>del</strong> rischio idrogeologico (Piani di Tutela <strong>del</strong>le acque, Bilancio Idrico,<br />
ecc.). Tale legge, seppur indirizzata ad un ambito di protezione specifico, ha segnato un percorso innovativo,<br />
affermando la priorità <strong>del</strong>la pianificazione nella gestione <strong>del</strong> suolo su scala di bacino idrografico, secondo i<br />
seguenti principi:<br />
la sistemazione, la conservazione ed il recupero <strong>del</strong> suolo nei bacini idrografici, con interventi idrogeologici,<br />
idraulici, idraulico-forestali, idraulico-agrari, silvo-pastorali, di forestazione e di bonifica, anche attraverso<br />
processi di recupero naturalistico, botanico e faunistico;