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Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino

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CONCLUSIONI<br />

347<br />

<strong>del</strong>l’approvvigionamento energetico, riduzione <strong>del</strong>la dipendenza da risorse esterne, incremento <strong>del</strong>le fonti<br />

energetiche rinnovabili e mitigazione degli impatti derivanti dalla produzione e dall’approvvigionamento di fonti<br />

energetiche, miglioramento dei parametri ambientali a livello locale nelle aree residenziali e rurali altamente<br />

inquinate).<br />

L’obiettivo finale si è potuto raggiungere attraverso uno studio critico, attento e partecipato, per ogni comunità<br />

coinvolta degli esistenti Piani di sviluppo ridiscussi e mediati attraverso una forte azione di sensibilizzazione e<br />

di coinvolgimento <strong>del</strong>le Autorità Locali, dei decisori politici, dei cittadini, <strong>del</strong> mondo rurale e di tutti gli attori <strong>del</strong><br />

mercato energetico locale.<br />

Al centro <strong>del</strong> Piano di sostenibilità energetica vi è l’attività di cogenerazione. Infatti, una serie di studi<br />

realizzati dal <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> nel corso degli anni e qui riassunti nel capitolo relativo alla qualità <strong>del</strong>l’aria,<br />

avevano consentito di definire con preoccupante precisione il livello di degrado <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’aria stessa<br />

e il conseguente stato di stress fisiologico subito dalla vegetazione forestale. Secondo tali dati quasi il 10%<br />

dei boschi <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> stavano subendo un grave danno, ma in Provincia di Varese tali superfici<br />

ammontavano a circa il 15%. Di fronte a questa situazione occorreva mettere a punto una serie di soluzioni<br />

tecniche che consentissero di superare, o perlomeno di contenere, l’elevato livello di stress ambientale che<br />

era il risultato di cause diverse legate soprattutto alla presenza di numerose infrastrutture di trasporto (strade e<br />

aeroporto di Malpensa), aree industriali, centrali termoelettriche e dei numerosissimi impianti di riscaldamento<br />

presenti, sia privati che pubblici.<br />

Una risposta positiva in grado di invertire la tendenza in atto, e prevista con dovizia di dettagli nel Piano<br />

d’Azione in materia di Energia recentemente approvato dalla Comunità <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, consiste nell’utilizzo <strong>del</strong><br />

calore attualmente disperso sotto forma di raffreddamento dalle turbine dalla centrale termoelettrica di<br />

Turbigo; interventi simili potranno essere realizzati creando reti di teleriscaldamento che interessino la centrale<br />

a cogenerazione, già esistente e fortemente sotto utilizzata, di Boffalora e l’inceneritore di Busto Arsizio,<br />

opportunamente ristrutturato ed adattato a cogenerare energia e calore provenienti dall’incenerimento dei<br />

rifiuti. Il processo tecnologico di recupero <strong>del</strong> calore consentirebbe di ottenere quattro vantaggiosi risultati:<br />

spegnere migliaia di punti di riscaldamento di ambienti pubblici e privati con conseguente notevole abbattimento<br />

<strong>del</strong>l’inquinamento atmosferico, innalzare il rendimento energetico complessivo <strong>del</strong>le centrali termoelettriche,<br />

abbattere l’inquinamento termico causato dalle acque di raffreddamento che attualmente sono utilizzate<br />

per disperdere nell’ambiente il calore prodotto in eccesso, indurre nuova occupazione e nuove economie.<br />

Infine, ci si troverebbe a gestire una tecnologia d’avanguardia che investirebbe un territorio vastissimo (sono<br />

stati calcolati 450.000 abitanti equivalenti), un tessuto produttivo di prim’ordine, con ricadute positive su<br />

innovazione, competitività, occupazione e ambiente, con costi complessivi tutto sommato modesti e ricadute<br />

positive per l’intera Comunità Lombarda.<br />

Ovviamente la realizzazione di questo progetto investirà sfere tecnico-politiche che esulano dai ruoli e<br />

professionalità <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> e che coinvolgeranno settori e competenze ben più vaste, necessitando di un<br />

consenso culturale e politico di grande respiro che il <strong>Parco</strong> <strong>Ticino</strong> potrà contribuire a costruire.<br />

Gli indici sintetici posti alla fine dei capitoli che trattano di “Energia” e “Rischio industriale” volgono dunque al<br />

positivo: una presa di coscienza generalizzata già in atto nel settore industriale, le conseguenti certificazioni<br />

ambientali volontarie e lo sviluppo di nuove tecnologie potranno dare risultati incoraggianti per realizzare<br />

scenari produttivi ed energetici sostenibili. In questi ambiti il <strong>Parco</strong> potrà assumere un ruolo di sempre maggiore<br />

stimolo e sostegno se saprà porsi come interlocutore privilegiato e credibile, così come già da qualche anno sta<br />

facendo con grande soddisfazione, attenzione e positivi ritorni da parte degli operatori <strong>del</strong> settore produttivo.<br />

Invece, l’indice sintetico relativo al capitolo “Aria” volge drammaticamente la sua lancetta verso il rosso. La<br />

costruzione di nuove infrastrutture di trasporto su gomma già in atto o previste, che presto si affiancheranno<br />

a quelle esistenti e una pressoché totale assenza di un piano <strong>del</strong> trasporto su ferro coerente con un’area che<br />

presenta oramai indici di abitanti/mq in alcuni centri <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> (Gallarate e Samarate) addirittura superiori a<br />

quelli <strong>del</strong>la stessa Milano, necessitano di una assunzione di responsabilità forte da parte dei decisori regionali<br />

e nazionali. L’asse <strong>del</strong> Sempione e la enorme conurbazione che vi gravita intorno rappresentano, di fatto, una<br />

unica grande città (quella che chiamerei la “Città di Malpensa”) che, come tale, va gestita e servita. Servono<br />

metropolitane di profondità e di superficie, nuove ferrovie e centri di scambio intermodali per il trasporto <strong>del</strong>le<br />

merci su ferro, sistemi di trasporto pubblico coordinati su scala regionale e non lasciati alla buona volontà e<br />

alla improvvisazione locali, serve soprattutto una presa di coscienza collettiva che i problemi <strong>del</strong>l’inquinamento<br />

<strong>del</strong>l’aria e il conseguente detrimento sanitario ed ambientale di questa parte <strong>del</strong>la Regione Lombardia non<br />

si risolveranno senza una sostenibile politica dei trasporti pubblici, letta con coerenza e abbandonando,<br />

innanzitutto, la monocultura <strong>del</strong> trasporto su gomma.

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