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Ticino21 - Eventi.Parcoticino.It - Parco del Ticino

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CONCLUSIONI<br />

337<br />

condotte per tutelare ed incrementare il<br />

patrimonio forestale ticinese che oggi ammonta<br />

a quasi 20.000 ettari di superficie e che<br />

rappresenta, nel suo complesso, l’ultima e la più<br />

importante area boscata <strong>del</strong>la pianura padana.<br />

Proprio questa “visione” forestale <strong>del</strong> <strong>Parco</strong><br />

cercherò di descrivere, tratteggiando, per quanto<br />

possibile, una serie di scenari futuri possibili.<br />

Il boom industriale post bellico, la<br />

meccanizzazione agricola spinta agli estremi<br />

e il massiccio espandersi <strong>del</strong>la pioppicoltura<br />

contribuirono, fino a pochi anni fa, a distruggere<br />

pressoché totalmente il patrimonio boschivo<br />

<strong>del</strong>la pianura padana.<br />

Solo con l’avvento <strong>del</strong>le Regioni (1971) e con<br />

la conseguente emanazione <strong>del</strong>le leggi forestali<br />

regionali (in Regione Lombardia la prima legge<br />

forestale data 1976) è iniziata una fase di<br />

attenzione, anche al ruolo e al significato, dei<br />

boschi di pianura.<br />

Inoltre, con l’istituzione dei grandi parchi fluviali<br />

(<strong>Ticino</strong>, Adda, Oglio, Mincio, ecc.) e con la<br />

successiva rivalutazione e valorizzazione <strong>del</strong>le<br />

aree boscate residue, sta lentamente prendendo<br />

piede una coscienza forestale collettiva che forse<br />

consentirà, nell’arco di alcuni decenni, di porre<br />

parzialmente rimedio agli scempi <strong>del</strong> passato.<br />

In alcuni Parchi (<strong>Ticino</strong>, Groane, Nord Milano)<br />

sono già state rimboschite parecchie decine di<br />

ettari con specie vegetali tipiche <strong>del</strong>la pianura o<br />

<strong>del</strong> pianalto padano.<br />

Inoltre, tra i programmi strategici <strong>del</strong>la Regione<br />

Lombardia vi è la realizzazione <strong>del</strong>le cosiddette<br />

“Dieci Grandi Foreste di pianura”, una <strong>del</strong>le<br />

quali (<strong>del</strong>la superficie di oltre 50 ettari) è stata<br />

piantata proprio nel <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, a Travacò<br />

Siccomario.<br />

Tornando alla valle <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, analogamente a quanto anzi scritto per le acque, occorre ricordare brevemente<br />

cosa il <strong>Parco</strong> ereditò in materia all’inizio degli anni ’70 quando venne istituito.<br />

L’eredità consisteva in boschi che avevano subito un pressoché totale taglio alla fine degli anni ’40 a causa <strong>del</strong>la<br />

guerra e <strong>del</strong>la carenza di combustibile, già comunque pesantemente alterati nella loro composizione floristica<br />

dalla invasione di specie esotiche, quali la robinia prima e il prugnolo tardivo poi (introdotto per favorire<br />

l’attività venatoria nell’area di brughiera e rivelatosi una <strong>del</strong>le specie più invasive dei nostri boschi), foreste<br />

impoverite nella loro struttura e nella loro popolazione faunistica da oltre un secolo di uso dei fuochi radenti<br />

e dall’abbattimento persecutorio <strong>del</strong>le specie animali non ritenute interessanti da un punto di vista venatorio,<br />

o addirittura ritenute “nocive”, tagli e dissodamenti, effettuati spesso a macchia di leopardo all’interno <strong>del</strong>la<br />

foresta sui suoli migliori per far posto a pioppeti industriali e a nuovi coltivi e, per finire, nuove strade, cave e<br />

insediamenti abitativi, più o meno abusivi, resi economicamente interessanti dalle necessità ricostruttive post<br />

belliche e dai nuovi interessi speculativi che le sostenevano.<br />

Cosa fare, allora, dei residui boschi <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>? La prima cosa che fece il <strong>Parco</strong> fu quella di censire il patrimonio<br />

forestale sopravvissuto e di indirizzarne il governo e la gestione: fece un “Piano di settore dei boschi”.<br />

Con il suo piano il <strong>Parco</strong> ha cercato di dare degli indirizzi di lavoro per ricostruire, per quanto possibile, la<br />

foresta planiziale ticinese, non più e non solo finalizzandola a produrre legname, ma soprattutto finalizzandola<br />

a produrre nuove forme di ricchezza per i singoli proprietari, ma anche per l’intera collettività ticinese.<br />

Qual è allora la situazione attuale dei boschi <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> e quali compiti devono e dovranno assolvere per

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