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FAUNA E BIODIVERSITÀ<br />
92<br />
Approfondimento<br />
I MOTIVI PER LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ<br />
Tratto dal Rapporto sullo Stato <strong>del</strong>l’Ambiente <strong>del</strong>la Regione Lombardia. 1999<br />
La necessità di conservare un elevato livello di biodiversità degli ecosistemi è oggi un principio genericamente<br />
accettato, anche se non completamente compreso. Nell’accezione comune, infatti, la tutela <strong>del</strong>la biodiversità<br />
ancora coincide soprattutto con la tutela di animali superiori, ed è raro scorgere la consapevolezza che, dal<br />
punto di vista puramente concettuale, evitare l’estinzione <strong>del</strong> gorilla di montagna è esattamente equivalente<br />
ad evitare l’estinzione di un piccolo e poco vistoso coleottero <strong>del</strong> terreno. Queste due specie – così distanti<br />
per significato e valore culturale nei confronti <strong>del</strong>l’uomo – possiedono patrimoni genetici ugualmente<br />
importanti ed irripetibili, perché rappresentano il risultato di un lungo processo evolutivo. La conservazione<br />
<strong>del</strong>la biodiversità si potrà ottenere solo attraverso l’acquisizione di questo modo di considerare il complesso<br />
degli organismi viventi come un patrimonio prezioso di risorse per il genere umano. Pur tenendo in<br />
considerazione alcune priorità, che possono a buona ragione derivare anche dai condizionamenti <strong>del</strong>la lunga<br />
storia di interazioni fra uomini, animali e piante, è importante acquisire la consapevolezza che anche specie<br />
apparentemente insignificanti possono rivelarsi di vitale importanza per la sopravvivenza <strong>del</strong>l’uomo stesso<br />
e con enormi implicazioni economiche e sociali. Molteplici sono quindi le motivazioni per la conservazione<br />
<strong>del</strong>la biodiversità.<br />
I motivi vitali<br />
Gli ecosistemi si adattano in modo più efficace ai cambiamenti indotti dall’uomo tanto più possiedono al<br />
loro interno una elevata variabilità sia nella composizione sia nella suddivisione dei ruoli funzionali. Questa<br />
diversità garantisce al tempo stesso plasticità e vitalità per compensare le modificazioni esterne, se prodotte<br />
entro certi limiti, nella naturale tendenza verso il sostanziale mantenimento degli equilibri. Essa è inoltre un<br />
indice <strong>del</strong>lo stato di conservazione degli ecosistemi. A questa capacità di autoregolazione degli ecosistemi<br />
naturali sono collegati importanti aspetti sanitari ed agroalimentari: la buona salute di uomo, animali da<br />
allevamento e piante coltivate dipende anche dal controllo sulla diffusione dei microrganismi (batteri, virus)<br />
e di altri agenti patogeni (insetti, funghi, ecc.), esercitato dalle popolazioni naturali, e dalla possibilità che<br />
forme di resistenza alle infezioni si possano tanto più sviluppare quanto maggiore sia la variabilità genetica<br />
degli individui.<br />
I motivi economici<br />
Le risorse naturali rappresentano una grande fonte di beni economici per l’uomo: lo sfruttamento di foreste,<br />
la pesca, l’agricoltura, l’allevamento debbono mantenere carattere di rinnovabilità, ma anche di potenziale<br />
variabilità per adattarsi ai mutamenti <strong>del</strong>le condizioni ambientali e di mercato, per poter contrastare eventuali<br />
fenomeni aggressivi (malattie, infestazioni, ecc.) o per poter raggiungere maggiori rendimenti. L’esistenza<br />
di un patrimonio naturale ricco costituisce inoltre la base per le attività economiche di tipo turistico. Per<br />
questo motivo sarebbe auspicabile che il valore economico <strong>del</strong> patrimonio naturale, anche dal punto di vista<br />
genetico, e le sue variazioni dipendenti da ogni intervento fossero attentamente e ufficialmente considerati<br />
nei bilanci di ogni singolo stato <strong>del</strong>l’Unione Europea.<br />
I motivi scientifici e didattici<br />
L’insieme <strong>del</strong>le specie e degli ambienti rappresentano un complesso di sistemi regolato da leggi ed equilibri<br />
ancora, per gran parte, ignoti, che stimolano la ricerca e permettono nuove scoperte con possibilità<br />
d’applicazione in diversi campi. Le specie e gli ambienti, per quanto è già noto al loro riguardo, rappresentano<br />
anche un campionario di esempi concreti al quale ci si può accostare per imparare principi di fisica, chimica,<br />
biologia, sociologia, storia, ecc.<br />
I motivi etici<br />
Secondo la maggior parte dei principi filosofici attualmente adottati, l’uomo dispone <strong>del</strong>la natura solo per le<br />
sue necessità vitali e deve conservarne una parte per le generazioni future; anche secondo i principi <strong>del</strong>la<br />
religione cattolica, rivisitati dopo il Concilio Vaticano II, all’uomo la natura è stata affidata non per distruggerla,<br />
ma per utilizzarla con equilibrio, evitando il più possibile di stravolgerne le caratteristiche.<br />
I motivi sanitari e sociali<br />
La disponibilità di ambienti naturali relativamente estesi e distinti dai luoghi di lavoro e <strong>del</strong> vivere quotidiano<br />
influisce positivamente sulla qualità <strong>del</strong>la vita <strong>del</strong>l’uomo, che può ritrovare in questi stessi ambienti un<br />
equilibrio interno e diminuire gli effetti <strong>del</strong>lo stress, con riflessi positivi in ambito sociale.