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ARIA
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piuttosto una pressione di più agenti nocivi che potevano incidere sia direttamente sugli organismi vegetali e
sui loro processi vitali, sia indirettamente attraverso un’alterazione progressiva delle caratteristiche chimiche
del suolo.
A distanza di diversi anni dai risultati delle indagini sulla comunità lichenica, dello studio realizzato con i
campionatori passivi e dal rinvenimento dei primi segnali di allarme relativi a condizioni di sofferenza delle
chiome degli alberi riscontrate in alcune aree ristrette oggi si sta assistendo a un generale deperimento
dei boschi e in particolare, come già sottolineato nel Capitolo sulla Vegetazione, alla moria di numerosissimi
esemplari di quercia, la specie simbolo dei boschi del Ticino. Questi fenomeni sono certamente da imputarsi
a una molteplicità di fattori, ma non va dimenticato che già la situazione riscontrata negli studi citati rilevava la
necessità di un risanamento complessivo della qualità dell’aria del territorio del Parco e che ogni opzione futura
che avesse comportato un incremento delle concentrazioni di sostanze inquinanti avrebbe dovuto essere
considerata negativamente.
Questo a conferma della fragilità degli ecosistemi della Valle del Ticino, costituita da un mosaico di ambienti
naturali e di rilievo internazionale e aree fortemente urbanizzate ricche di insediamenti industriali ed
infrastrutture.
Sintesi degli indicatori
(*) prodotta nei comuni del Parco rispetto al totale della pressione corrispondente