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Inquadramento generale
RISCHIO INDUSTRIALE
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CAPITOLO 15
RISCHIO INDUSTRIALE
L’alta concentrazione di siti produttivi è una delle caratteristiche che fanno del Parco del Ticino una delle aree
protette più complesse fra quelle istituite in Italia ed in Europa, dovendo garantire da un lato la tutela degli
ambienti naturali e, dall’altro, lo sviluppo sostenibile delle attività di produzione industriale, agricola, artigianale,
turistica e commerciale.
La presenza di industrie e siti produttivi, se da un lato produce ricchezza economica per le popolazioni presenti
sul territorio, dall’altro mette a rischio un’altra serie di condizioni irrinunciabili quali la salute e la sicurezza fisica,
il benessere psicologico e la conservazione degli ecosistemi per le generazioni future.
Le attività umane legate alla produzione sono dei fattori che generano delle pressioni ambientali dannose su
vari comparti naturali quali aria, acque, suolo, paesaggio, prodotte da sostanze o situazioni che entrano nel
ciclo di produzione.
Il tipo di pressione esercitato porta con sé un pericolo, che si declina nella probabilità di verificarsi di un evento
dannoso, costituendo un rischio.
Si definisce in questo modo il rischio antropogenico, insito nella realizzazione di tutte le attività umane che
comportano una quota di pericolosità, nel cui ambito si può circoscrivere il rischio industriale, ovvero quello
legato alle attività produttive.
Per valutare l’entità di un rischio si considerano due variabili: la probabilità che l’incidente accada e l’intensità
dei danni che questo evento genera.
L’azione di risposta al rischio, e in particolare a quello industriale, poggia su due fattori: la prevenzione e la
mitigazione, la prima interviene nel limitare la probabilità che un evento accada, l’altra mira a mitigare gli effetti
che un evento produce dopo il suo verificarsi.