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Inquadramento generale
ARIA
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CAPITOLO 6
ARIA
Secondo la legislazione italiana (art. 2 del DPR n. 203 del 24 maggio 1988) l’inquinamento atmosferico è
definito come: “la modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica, dovuta alla
presenza nella stessa di una o più sostanze provenienti da immissioni di qualsiasi natura in misura tale da
alterare la salubrità dell’aria e da costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo,
compromettere le attività ricreative e alterare le risorse biologiche gli ecosistemi e i beni materiali pubblici e
privati”. Sono considerate pertanto fonti di inquinamento tutte le immissioni provenienti dalle combustioni
incomplete, dai processi relativi alle pratiche industriali, agricole, dal traffico veicolare, nonché dalle diverse
fonti di origine naturale.
L’inquinamento è solitamente espresso in termini di concentrazioni di “sostanze che immesse direttamente o
indirettamente nell’aria e nell’ambiente, possono avere effetti nocivi sulla salute umana o sull’ambiente nel suo
complesso” (Agenzia Europea per l’Ambiente). Molte di queste sostanze possono essere già presenti in natura
a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica.
Gli effetti nocivi nei confronti della salute animale e vegetale non vengono però generati da profonde
trasformazioni della composizione dell’aria poiché non riguardano i principali gas, quali ossigeno ed azoto,
le cui percentuali rimangono pressoché costanti, ma sono il risultato dell’alterazione della quantità di quelle
sostanze presenti naturalmente in quantità minori, nonché dall’immissione di sostanze estranee alla normale
composizione dell’aria.
Cenni normativi
Il quadro legislativo relativo alle emissioni in atmosfera è in continua evoluzione e, se fino alla fine degli