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GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

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tempo e di ricondurre Tremal-Naik e Darma a Mompracem, prima che i ribelli<br />

invadano le loro piantagioni e distruggano le loro fattorie. Vediamo se possiamo<br />

lasciare questo banco prima che la marea abbia raggiunto la sua massima altezza».<br />

Voltò le spalle al malese e si rivolse verso prora, curvandosi sulla murata del<br />

castello.<br />

Sulla qualità della scrittura di Emilio Salgàri si può discutere. Ma la<br />

sua qualità di narratore, come sa chiunque sia stato ragazzino, è altissima.<br />

Certo: un narratore <strong>non</strong> proprio innovativo. Ma un narratore<br />

che sapeva usare con disinvoltura tutti gli strumenti della narrativa<br />

popolare. Nonché un grande immaginatore, che con Sandokan ha<br />

creato uno dei pochi personaggi della letteratura italiana che restino<br />

nel tempo.<br />

Salgàri cominciava spesso i suoi libri con lunghi dialoghi. Era un<br />

modo per introdurre il lettore direttamente nel vivo dell’azione: perché<br />

il dialogo, per Salgàri, è soprattutto azione. Guardiamo quante<br />

informazioni vengono date al lettore nel dialogo riportato sopra:<br />

impariamo che i nostri eroi sono in nave, nel Borneo, incagliati in<br />

un banco di sabbia; che la nave si è recata nel Borneo per imbarcare<br />

Tremal-Naik e Darma; che la meta del viaggio è Mompracem, la<br />

mitica isola dei pirati. Ma impariamo anche che c’è in corso una rivolta,<br />

e che Yanez è costretto a <strong>non</strong> fidarsi di nessuno: nemmeno<br />

del pilota della nave. E impariamo infine che quel banco di sabbia è<br />

misterioso: fino a poco prima <strong>non</strong> c’era.<br />

Osserviamo i movimenti del dialogo. Yanez convoca Padada, il<br />

pilota. Qual è il problema di Yanez? Non solo capire se e quando ci<br />

si potrà disincagliare; ma scoprire se l’incagliamento <strong>non</strong> faccia parte<br />

di un disegno altrui. Interpella dunque Padada. L’inizio è soft: Yanez<br />

mette in dubbio la competenza di Padada: «Avevi detto che conoscevi<br />

tutti i passi della costa bornese». Padada dà, esitando, una risposta<br />

alla quale Yanez fa fatica a credere: «Questo banco <strong>non</strong> esisteva<br />

prima». D’altra parte una risposta disarmante può essere cre-<br />

100<br />

dibile proprio in quanto tale. In fondo, è vero che vicino alla<br />

voce d’un fiume (scopriremo due pagine dopo, di essere vicino<br />

alla foce d’un fiume) si possono creare rapidamente banchi di<br />

sabbia. E poi c’è sempre l’azione delle maree, delle tempeste, e<br />

così via. Quindi Padada, rispondendo così, e <strong>non</strong> accampando<br />

altre giustificazioni, si espone all’ira di Yanez, ma <strong>non</strong> dà<br />

l’impressione di essere un traditore. Yanez deve comunque<br />

metterlo alla prova: lo insulta, cerca di fargli saltare i nervi, lo<br />

accusa esplicitamente: «Tu hai dato un colpo falso di barra per<br />

arrestare la Marianna». Padada risponde nel migliore dei modi:<br />

<strong>non</strong> dice di no, dice: «A quale scopo?». In sostanza, costringe<br />

Yanez a esplicitare la sua accusa implicita. Cosa che Yanez fa:<br />

«Potrebbe darsi che tu fossi d’accordo con quei misteriosi nemici…».<br />

Padada <strong>non</strong> risponde direttamente. Dice: «Non ho avuto altri<br />

rapporti che coi miei compatriotti». Non si dichiara fedele a<br />

Yanez (cosa inutile, visto che in questo momento Yanez <strong>non</strong> sa se<br />

fidarsi o no di lui); si dichiara fedele a una fedeltà più grande,<br />

quella per la razza e la patria. E invita Yanez a rendersi conto di<br />

persona: faccia pure un’inchiesta, scoprirà che il buon Padada<br />

<strong>non</strong> ha mai parlato con nessun dayaco… Però Padada <strong>non</strong> dice:<br />

«Non sono in combutta con i dayachi». Yanez lo invita a una<br />

negazione, e lui si scansa.<br />

Yanez si ritiene soddisfatto della risposta (o finge di ritenersi<br />

soddisfatto) e cambia discorso. «Credi che ci potremo disincagliare?».<br />

Padada è nuovo il suo pilota. Come dire: l’incidente è<br />

chiuso, mi fido di te, dimmi come facciamo a toglierci di qui.<br />

Ma un attimo dopo, la domanda: «Sai che abbiano buone armi?»<br />

è insidiosa. Se Padada fosse troppo bene informato, i sospetti<br />

ritornerebbero. Padada è cauto: «Non ho veduto presso<br />

di loro che qualche fucile». «Non ho veduto». Non «Ho sentito<br />

dire», ad esempio, che implicherebbe una relazione. «Non ho<br />

veduto», come dire: «Avrai visto anche tu, anche tu li vedi».

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