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GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

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sate sotto le feste!) una predica nuova. Il guaio è che quel povero<br />

prete, secondo me per un qualche oscuro senso di colpa, <strong>non</strong> aveva<br />

il coraggio di prendere la predica che gli sembrasse più adatta e ben<br />

fatta tra quelle disponibili, e di mandarla a mente. No. Lui doveva<br />

scriverla, la predica. E così, con tre o quattro libri e riviste aperti davanti,<br />

penna in mano e quaderno sotto il naso, prendeva una frase<br />

qui, una frase lì, un concetto a destra, un exemplum a sinistra, e confezionava<br />

la sua predica. Potete immaginarvi quanto coerente e<br />

comprensibile. Un vero pasticcio. Per fortuna, col tempo, prese sicurezza<br />

e smise di consultare i bignami. Oggi è un predicatore eccellente,<br />

perché è un predicatore semplice.<br />

Tutto questo per arrivare a dire che l’omelia, o predica, è un genere<br />

letterario ahimè davvero trascurato. Benché decine di migliaia di<br />

preti tutte le domeniche si dannano (ma forse <strong>non</strong> è il verbo più<br />

adatto) a recitare la loro brava predica; ma <strong>non</strong> ricevono (più; una<br />

volta sì) nessuna formazione specifica, <strong>non</strong> hanno testi teorici di riferimento,<br />

nessun teorico della letteratura studia analizza viviseziona<br />

i testi che essi producono…<br />

Conoscere il «genere letterario omelia» è utile come è utile conoscere<br />

qualunque genere letterario. Perciò un’occhiatina a un trattatello<br />

di omiletica, se riuscite a trovarlo in biblioteca del seminario, io<br />

ve lo consiglierei. Il libro di Alfredo Bonfatti a me è sembrato bello,<br />

perché <strong>non</strong> è un "manuale pratico" ma davvero un trattatello in<br />

compendio, una omiletica in nuce; ed è scritto da un uomo di ampia (e<br />

anche assai laica) cultura. La questione centrale, quella che ritorna in<br />

ogni capitolo, è: quale «rapporto» e quale «tensione» vi siano tra «un<br />

messaggio divino» e la sua «stilizzazione in un linguaggio umano, regolato<br />

dalla retorica». E molto interessante è, all’interno di una succinta<br />

storia della predicazione, la connessione tra la qualità del «sentimento<br />

religioso» e «le condizioni della cultura riflessa in cui esso si<br />

esprime». Ovvero come il sentimento religioso, nel suo mutare storico,<br />

incontri (o inventi) specifici mezzi retorici per dirsi.<br />

148<br />

Chiacchierata numero 93<br />

Libri che insegnano a scrivere, 14. Scusate, la settimana scorsa <strong>non</strong><br />

c’ero. Portate pazienza. Stavo assai poco bene. Niente di grave,<br />

parecchio di fastidioso. Comunque tutto passato. Mi dispiace:<br />

<strong>non</strong> ho potuto farvi gli auguri di Natale. E <strong>non</strong> posso neanche<br />

dire: «Sarà per un’altra volta», perché questa rubrica (c’è già chi<br />

prepara i festeggiamenti) al numero 100 si interromperà.<br />

Quest’oggi decido di fare pubblicità a una cosa mia e di fare<br />

pubblicità a una pubblicità. Non so quante regole del buon<br />

giornalismo sto violando, ma suppongo che a Natale si possa (e<br />

comunque io <strong>non</strong> sono un giornalista; sono stato iscritto<br />

all’Ordine, in qualità di pubblicista, per qualche anno; ma da<br />

almeno dieci anni <strong>non</strong> lo sono più). Come scusante posso solo<br />

dire: sono due cose, queste alle quali intendo fare pubblicità,<br />

che a modo loro insegnano a scrivere.<br />

La pubblicità alla cosa mia è questa. Fino a poco più di un anno<br />

fa mi divertivo a fare una cosa che si chiamava vibrisse, e che<br />

era un «bollettino di letture e scritture» diffuso gratuitamente,<br />

ogni settimana, via posta elettronica. Bastava chiederlo. Un<br />

numero di vibrisse conteneva, di solito, da due a quattro articoli:<br />

sulla scrittura, sulla lettura, sulla didattica della scrittura e della<br />

lettura, eccetera; poi conteneva un certo numero, assai variabile,<br />

di notizie su incontri pubblici, conferenze, corsi e laboratori di<br />

scrittura, festival, eccetera; poi conteneva recensioni e brevi<br />

saggi letterari, eccetera; poi conteneva delle rubriche, la più apprezzata<br />

delle quali era Dopo Carosello, dedicata alla scrittura per<br />

la pubblicità; e poi c’erano altre cose, eccetera eccetera. Poco<br />

più di un anno fa, quando gli abbonati erano circa duemilacinquecento,<br />

ho dovuto sospendere le spedizioni. Ragioni tecniche,<br />

ragioni di problemi con i servizi di posta elettronica, eccetera;<br />

<strong>non</strong> mi dilungo. Fattostà che nei giorni scorsi, dopo lunga<br />

preparazione, vibrisse è rinato. Non più nella forma di bollettino

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