GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE
GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE
GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Il lettore ha naturalmente ragione, molta ragione. Non ci vorrebbe<br />
molto a fare una lista breve (un «elenchino», come dice lui) di libri<br />
veramente fondamentali. Ma io <strong>non</strong> ne ho voglia.<br />
La pratica della scrittura si può dividere (l’ho già detto più volte,<br />
ma portate pazienza) in tre parti. C’è una parte di tecnica, una di consapevolezza,<br />
e una di genio. Sul genio (o talento, o bernoccolo, o che<br />
altro: dàtegli il nome che volete) c’è poco da dire. C’è chi le Muse gli<br />
parlano, e chi no. Certo: tra chi ha il genio della scrittura ci sarà chi<br />
ha un genio grande e chi ha un genio piccolo; ma queste sono variazioni<br />
di grado; la differenza sta chi il genio talento bernoccolo ce<br />
l’ha, e chi no. Il genio <strong>non</strong> è insegnabile: spunta dove vuole e quando<br />
vuole.<br />
La tecnica è ciò che può essere insegnato a chiunque <strong>non</strong> sia stupido.<br />
Ovviamente si possono raggiungere diversi livelli nel padroneggiamento<br />
della tecnica. Possono esservi scrittori dotati di molto<br />
genio e poca tecnica, o di poco genio e molta tecnica, di poco di<br />
questo e di quella, di molto di questo e di quella.<br />
La consapevolezza è la consapevolezza di una cosa: che la scrittura<br />
è un’attività relazionale. Che <strong>non</strong> si scrive per sé per l’Arte o per i<br />
posteri o per il mercato o per il pubblico o per il proprio analista o<br />
per sfogarsi eccetera, ma si scrive (banalmente: ma spesso questa<br />
banalità risulta difficile da accettare) perché altre persone leggano -<br />
perché almeno un’altra persona legga. Che l’oggetto indispensabile,<br />
nell’esistenza di una scrittura, <strong>non</strong> è colui che scrive: bensì colui che<br />
legge.<br />
Ora, di manuali che insegnano la tecnica ce n’è tanti; e si trovano<br />
facilmente nelle librerie. Volendo fare l’«elenchino», e cercando di<br />
indicare pochi titoli di facile lettura e buona qualità, direi: Come si fa<br />
una tesi di laurea di Umberto Eco (tascabili Bompiani: che è<br />
un’introduzione generale alla produzione e all’organizzazione di un<br />
testo, saggistico o narrativo che sia); Il grande manuale di scrittura creativa<br />
(di vari autori, edizioni Nord: traduzione di un’opera statunitense,<br />
quindi continuamente riferito a una letteratura molto diversa dalla<br />
141<br />
nostra, ma utile onesto e chiaro); il Manuale di retorica di Bice<br />
Mortara Garavelli (tascabili Bompiani: mi raccomando di controllare<br />
che sia l’ultima edizione, riveduta e ampliata - e, direi,<br />
resa più accessibile); e L’arte della narrativa di David Lodge<br />
(anche questo nei tascabili Bompiani: <strong>non</strong> è un caso, ma il risultato<br />
della quarantennale collaborazione tra questo editore e<br />
Umberto Eco). Fine dell’«elenchino». Si impara tutta la tecnica<br />
che serve, da questi quattro libro? No: la tecnica è sterminata. E<br />
che altro bisognerebbe leggere, allora? Di tutto, direi. Bisognerebbe<br />
leggere un po’ di tutto. Anche fumetti o libretti<br />
d’istruzione o programmi di sala o discorsi elettorali o il codice<br />
civile eccetera. Ma questo, evidentemente, è un altro discorso.<br />
***<br />
Soddisfatto in questo modo (o almeno spero) l’esigente lettore,<br />
passo a dire che a volte si compera un libro pensando che<br />
sia un libro e poi, quando lo si legge, si scopre di averne comperati<br />
tre. Questo mi è successo con Il filo d’Arianna (dalla parola al<br />
testo) scritto da Susanna Nugnes, Pier Antonio Pardi e Alessandro<br />
Scarpellini (Edizioni Ets, pp. 221, euro 10,33. Sulla copertina<br />
c’è scritto anche: Quaderno di scrittura creativa I, ma <strong>non</strong> mi risulta<br />
che questo terzetto d’autori abbia prodotto un secondo<br />
quaderno; benché nel sito dell’editore (www.edizioniets.com) si<br />
possano rintracciare altre pubblicazioni, soprattutto di Pardi,<br />
nate nell’ambito dell’attività di «Officina», un laboratorio fondato<br />
a Pisa dallo stesso Pardi.<br />
I tre libri sono dunque questi: Il «Trattatino enigmisticogrammaticale»<br />
di Nugnes (pp. 9-67), «C’era una volta… una pagina<br />
bianca» di Pardi (71-131), e «Scrittura profonda / Scrittura<br />
sensoriale» di Scarpellini (135-218). L’obiettivo comune, dichiarano<br />
gli autori, è di «far entrare i ragazzi nei labirinti magici della<br />
scrittura in un modo giocoso e leggermente trasgressivo, lavo-