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GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

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«Andreini, La conduzione degli impianti a vapore, Hoepli».<br />

Non è vero. Pprobabilmente il best-seller vero era il manuale<br />

dell’Autocad, nelle sue diverse release, pubblicato da Tecniche Nuove.<br />

Ma l’Andreini fa sempre il suo effetto. Nessuno, tranne chi deve<br />

saperlo, sa che cosa sia la conduzione degli impianti a vapore. E chi<br />

<strong>non</strong> lo sa, si immagina sempre che sia una cosa stranissima.<br />

La tipa cambia di posto a qualche foglia d’insalatina nel suo piatto.<br />

Sta zitta per troppo tempo. Mi viene il dubbio di averla offesa. A un<br />

certo punto posa la forchetta, mi guarda dritto in faccia. Parla:<br />

«Lei vuole darmi da intendere che <strong>non</strong> gliene è mai fregato niente<br />

della letteratura. Questo l’ho capito. Ma io <strong>non</strong> ci casco, sa. Sarà una<br />

sua difesa, questa. Io <strong>non</strong> ci credo. Chi disprezza compra, si dice. Lei<br />

va pazzo per la letteratura. Si sente. Si vede. Lei trasuda letteratura<br />

da tutti i pori».<br />

Chiacchierata numero 77<br />

Lo scrittore in vacanza, 1. Che cosa fa uno scrittore in vacanza? Fa<br />

quello che fanno tutti gli altri. Va a spasso, prende il sole, nuota, si<br />

arrampica, visita i musei, compera ricordini e specialità, fa foto,<br />

dorme più del solito, legge libri lunghissimi.<br />

Poi, gli càpitano delle strane avventure.<br />

Il 6 agosto scorso, a Fermo (Ap), al mercatino delle cose vecchie<br />

ho comperato questo libro: Manuale di lettura per lo studio pratico dei vari<br />

generi di componimenti letterari, ad uso del ginnasio superiore dell’Istituto tecnico<br />

e della Scuola normale, compilato da Alcibiade Vecoli e Guido Paliotti,<br />

G. Barbèra Editore, Firenze 1909. Un bel librotto di 647 pagine,<br />

piuttosto malmesso, reincollato alla bell’e meglio.<br />

L’ho comperato per tre ragioni: primo, perché compero compulsivamente<br />

tutti i manuali di questo tipo, soprattutto quelli tra fine<br />

Otto e inizio Novecento; secondo, perché sfogliandolo ci ho trovati<br />

dentro dei componimenti poetici di Andrea Orcagna, Pieraccio Te-<br />

124<br />

daldi, Bernardino Zendrini e Antonio Guadagnoli (accostati a<br />

Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Torquato Tasso e Giacomo<br />

Leopardi: e la cosa m’incuriosiva); terzo, perché costava<br />

quattro euro.<br />

Naturalmente me lo sono leggiucchiato, il mio Manuale, tra<br />

una passeggiata e un riposino; e sentite che cosa mi è capitato di<br />

leggere nella prefazione:<br />

«Tra i vari insegnamenti teorici che sono, per così esprimersi,<br />

tradizionali nella scuola italiana, ce n’è uno il quale, più d’ogni<br />

altro, ha resistito all’azione demolitrice e innovatrice de’ tempi:<br />

vogliamo dire l’insegnamento dei diversi generi di componimenti<br />

letterari tanto in poesia quanto in prosa. […] E qui può<br />

esserci rivolta la domanda: L’avere persistito nel mantenere un<br />

tale insegnamento teorico è, secondo voi, un bene o un male?.<br />

Rispondiamo: Può, a seconda dei casi, essere l’una cosa e l’altra.<br />

È un male se - come in altri tempi - si presume anch’oggi di apprendere<br />

ai giovani la ricetta infallibile per architettare un poema<br />

epico, o per isciogliere il volo a un’alata ode pindarica; per<br />

colorire una storia sentenziosa, o per tessere con bella simmetria<br />

un’eloquente orazione ciceroniana. Che la razza di<br />

quest’ingenui spacciatori di ricette letterarie <strong>non</strong> s’è ancora<br />

spenta, ne fanno sicura fede certi libri di testo, che tuttora continuano<br />

a deliziare le nostre scuole, dove stroppiano i cervelli di<br />

tanti studenti, inculcando loro il convincimento che esista una<br />

larga strada maestra, unica e ben determinata, per ascendere alle<br />

alte vette dell’Arte; mentre invece i sentieri per giungere ai giardini<br />

incantati della grande ammaliatrice [che sarebbe appunto l’Arte,<br />

beninteso] sono, per chi abbia forti i garetti, infiniti di numero,<br />

come i raggi che dalla circonferenza vanno al centro del circolo.<br />

Ma è al contrario un bene, ove tale insegnamento venga impartito<br />

col fine modestissimo di far conoscere ai giovani quale sia<br />

l’origine delle forme principali della letteratura nostra; a quali

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