GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE
GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE
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L’idea devo dire mi è sembrata curiosa. Ho deciso di tralasciare<br />
l’accusa implicita («Tu <strong>non</strong> ci insegni a fare le trame perché vuoi tenerti<br />
tutti i soldi»). Allora ho detto, mentre il tipo con i baffi tornava<br />
a sedersi: «Bene, complimenti per l’ingenuità. Lei, caro signore, ha<br />
appena elaborata una trama; e, senza rendersene conto, l’ha regalata<br />
a tutti».<br />
«Quale trama?», ha domandato un altro. «Ma è evidente», ho detto.<br />
Mi sono avvicinato di due passi al pubblico, e ho cominciato: «Supponiamo<br />
che esista, a Hollywood tanto per cambiare, qualcosa come<br />
una Società Segreta Degli Inventori Di Trame. Supponiamo che ne<br />
faccia parte un numero ristrettissimo di scrittori e sceneggiatori.<br />
Supponiamo che questa società segreta fornisca di tanto in tanto, a<br />
prezzi salatissimi, consulenze a sceneggiatori, narratori e registi in<br />
difficoltà. Solo grazie a loro, ad esempio, Cameron è riuscito a portare<br />
a termine Titanic. È per aver rifiutato sdegnosamente i loro servigi<br />
che Kubrik <strong>non</strong> è stato capace di trovare un finale decentemente<br />
comprensibile a 2001 Odissea nello spazio. Si sospetta che ci sia<br />
il loro zampino dietro i successi di Shakespeare in Love e C’è post@ per<br />
te. Chiaro?».<br />
Nessuno ha detto niente. Ho continuato. «Bene, supponiamo che<br />
un giorno la segretissima sede di questa società segreta venga violata,<br />
e qualche informazione importantissima (uno schema di storia,<br />
una sceneggiatura intera, fate voi) sia stata sottratta. Immaginiamo<br />
una porta scassinata, una cassaforte aperta, una borsa scippata in<br />
pieno giorno, un computer ramazzato da un hacker: ci sono tanti<br />
modi. I nostri baldi superinventori di storie si metteranno alla ricerca<br />
del ladro. Naturalmente loro, essendo dei superinventori di storie,<br />
sono bravissimi nell’ipotizzare che cosa sia successo. In effetti <strong>non</strong><br />
fanno indagini (<strong>non</strong> possono peraltro, essendo una società segreta,<br />
rivolgersi alla polizia): si siedono attorno a un tavolo e, come direbbe<br />
un politico, elaborano degli scenari. Chi può essere stato? Perché?<br />
In che modo? Quando? Seduti attorno a un tavolo, i nostri<br />
uomini inventano storie su storie, nella convinzione che quando<br />
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troveranno una storia davvero convincente, allora potranno andare<br />
a colpo sicuro. Chi è stato, secondo voi, a rubare quelle informazioni<br />
segretissime?». Un attimo di silenzio. «Uno di loro»,<br />
dice una tipa bionda in fondo all’aula. «Bene», dico, rivolgendomi<br />
a lei. «E allora, che cosa succederà?».<br />
«Be’», dice la tipa bionda, «a un certo punto cercheranno di<br />
sbranarsi tra loro».<br />
«Ci sono altre ipotesi?», domando, guardandomi in giro.<br />
«Un evento casuale», dice un ragazzo sui vent’anni,in terza fila.<br />
«Cioè?», incalzo.<br />
«Cioè», dice il ragazzo, «è successo per caso, oppure effettivamente<br />
qualcuno ha fatto o tentato un furto, ma c’è stato di<br />
mezzo un evento casuale, per cui è impossibile ricostruire gli<br />
avvenimenti in forma narrativa coerente».<br />
«Oppure?», dico ancora.<br />
«Oppure», dice una signora di mezz’età con due paia di occhiali<br />
appese al collo, «chi è entrato nella loro sede <strong>non</strong> l’ha<br />
fatto per rubare una sceneggiatura ma per altre ragioni».<br />
«Ad esempio?», dico.<br />
«Ma…», dice la signora di mezz’età. «Un hacker può entrare<br />
nel tuo computer anche per puro caso, senza sapere che tu sei<br />
tu», dice il ragazzo in terza fila.<br />
«Una storia d’amore», dice la signora di mezz’età. «Ci vorrebbe<br />
una storia d’amore».<br />
«Troviamola», dico.<br />
«Una vecchia amante di uno degli sceneggiatori vuole recuperare<br />
un oggetto a cui tiene?», dice con molti dubbi la signora.<br />
«Mmh», dico.<br />
«È stata la donna delle pulizie», dice il tipo con i baffi. «Spolverando<br />
la cassaforte l’ha aperta casualmente, e poi <strong>non</strong> ha più<br />
saputo richiuderla».<br />
Qualcuno ride.