03.06.2013 Views

GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

comperare Julia, un fumetto della Bonelli che ha per protagonista<br />

Julia Kendall, una criminologa consulente dell’immaginaria procura<br />

di Garden City. Il personaggio di Julia Kendall, inventato da Giancarlo<br />

Berardi, è molto bello; e nel complesso il fumetto è, secondo<br />

me, uno dei migliori in circolazione. Nel numero attualmente in edicola,<br />

intitolato La storia di Jason, Julia Kendall fa un vero e proprio<br />

lavoro di criminal profiling osservando il filmato di un delitto (registrate<br />

da un telecamera di sorveglianza), parlando con i familiari e i<br />

colleghi di lavoro del criminale, studiandone l’ambiente sociale e così<br />

via. Si tratta di un caso un po’ particolare, perché l’identità del<br />

criminale è nota fin dall’inizio; ma spesso ciò che si chiede<br />

all’esperto di criminal profiling <strong>non</strong> è solo: «Chi è il criminale?», ma è<br />

anche, e credo soprattutto: «Come agirà ora il criminale? Che cosa<br />

possiamo aspettarci da lui?».<br />

Torniamo al libro di Picozzi e Fragalà. Il libro si apre con<br />

un’appassionata difesa del criminal profiling (come un po’ tutte le discipline<br />

criminologiche, è considerato da molti investigatori come<br />

una roba da apprendisti stregoni); prosegue raccontando la storia del<br />

criminal profiling e della sua progressiva accettazione da parte degli investigatori,<br />

diffondendosi nell’esposizione di qualche caso celebre<br />

(ci fu qualche criminologo che riuscì addirittura ad azzeccare il colore<br />

della cravatta del criminale…); e infine arriva al sodo. Alle tecniche.<br />

Ed è questo che, a chi vuole raccontare storie, interessa di più.<br />

Una storia avviene sempre in un luogo (o in più luoghi). L’esperto<br />

di criminal profiling lavora su un luogo dove «una storia è avvenuta», e<br />

dal luogo ricava informazioni sulla storia. Sulla sua dinamica, sui<br />

personaggi (il criminale, ma anche la vittima: un intero capitolo è<br />

dedicato alla «vittimologia»), sugli avvenimenti collaterali che possono<br />

aver provocato, aiutato, intralciato l’avvenimento principale. Chi<br />

vuole raccontare storie deve fare il lavoro inverso. Ha la storia, deve<br />

costruire le relazioni tra la storia che ha in mente e il luogo (i luoghi)<br />

dove essa avviene. Certo: <strong>non</strong> tutte le storie raccontano crimini. Ma<br />

l’accuratezza scientifica che l’esperto di criminal profiling mette nello<br />

152<br />

"smontare" la scena del delitto, il narratore deve metterla nel<br />

"costruire" la scena della sua narrazione.<br />

Durante i laboratori di scrittura che conduco, spesso provoco<br />

i partecipanti, durante la discussione dei loro racconti, domandando:<br />

«Ma di che colore ha i calzini, questo personaggio? E<br />

quest’altro, sotto i pantaloni porta mutande elastiche o braghette<br />

di tela?». Ecco. Queste sono domande che un qualsiasi<br />

esperto di criminal profiling si pone. E che si pone anche qualunque<br />

narratore esperto. Magari <strong>non</strong> sa nemmeno che se le pone:<br />

ha un tale senso della realtà, che istintivamente mette ogni cosa<br />

al posto giusto. Però se le pone.<br />

Fate un esercizio. Andatevi a leggere le pagine di Delitto e castigo<br />

dove Raskolnicov ammazza la vecchia. Poi prendete carta e<br />

matita, e provate a disegnare la scena che potrebbero essersi<br />

presentata agli investigatori. E, di nuovo, a ritroso, provate a<br />

immaginare (come se foste già esperti di criminal profiling) quali<br />

informazioni sulla personalità dell’ignoto criminale potevano<br />

raccogliere, dalla scena del delitto, questi investigatori; e quale<br />

profilo psicologico del criminale essi potevano ipotizzare.<br />

Poi, naturalmente, confrontate questo profilo psicologico con<br />

ciò che, avendo letto per intero (mi raccomando) Delitto e castigo,<br />

sapete sul conto di Raskolnicov. Al di là del suo aspetto vagamente<br />

macabro, vi assicuro che è un esercizio interessante.<br />

Per l’altro libro mi restano poche righe. S’intitola Raccontare<br />

delitti. Il ruolo della narrativa nella formazione del processo<br />

criminologico; a cura di A. Francia, A. Verde e J. Birkhoff,<br />

Franco Angeli, pp. 221, euro 17.50. È un po’ la controprova di<br />

ciò che vi ho detto finora: un libro di saggi che raccontano come<br />

l’abilità immaginativa dei narratori abbia arricchito<br />

l’immaginazione dei criminologi. Ma magari ne parlo un’altra<br />

volta.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!