GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE
GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE
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semplicemente illeggibile, la mia domanda è: «Ma questa persona,<br />
vuole davvero farsi leggere?».<br />
Chiacchierata numero 98<br />
Con Gianni Bonina, direttore di Stilos, siamo d’accordo: questa rubrica<br />
s’interromperà alla puntata numero 100. Questa è la 98; è<br />
quindi la terz’ultima.<br />
Quando Gianni mi propose, circa due anni fa, di pubblicare in Stilos<br />
«un corso di scrittura a puntate, o qualcosa del genere», io fui<br />
molto contento.<br />
Stilos mi sembrava una bella cosa, ben fatta, molto più ruspante e<br />
molto meno ingessata di altri supplementi letterari o librari, eccetera.<br />
Di mettere un po’ in ordine la mia esperienza sovrabbondante (e,<br />
in quando sovrabbondante, un po’ confusa) di conduttore di corsi e<br />
laboratori di scrittura, avevo proprio voglia.<br />
In somma: ero proprio contento.<br />
Adesso, a distanza di due anni, dico: bene, sono proprio contento.<br />
La rubrica termina perché tutte le cose di questo mondo devono<br />
terminare (e anche perché, onestamente, <strong>non</strong> saprei più che cosa<br />
raccontarvi); ma sono proprio contento.<br />
Mi ricordo che due anni fa andai in libreria. «Buongiorno», dissi.<br />
«Avete mica un libro che spieghi come si fa a tenere una rubrica<br />
settimanale in un giornale?».<br />
«Eh?», disse la ragazza.<br />
«Mi è stato chiesto di tenere una rubrica settimanale in un giornale»,<br />
spiegai. «Io a scrivere un articolo o due <strong>non</strong> ci ho problemi, figuriàmoci,<br />
poi mi hanno chiesto di parlare di cose che so, che pratico<br />
tutti i giorni, <strong>non</strong> ho un problema di materiale».<br />
«Dunque?», disse la ragazza.<br />
«Dunque», continuai infervorandomi, «il problema è che scrivere<br />
tutte le settimane su un certo argomento è un tipo tutto particolare<br />
di scrittura, mi spiego?».<br />
156<br />
«No», disse la ragazza.<br />
«Le faccio un esempio», dissi. «Questa libreria è frequentata da<br />
parecchi docenti universitari, vero?».<br />
«Sì», disse la ragazza.<br />
«Lei avrà notato che i docenti universitari hanno dei tempi»,<br />
dissi enfatizzando la parola tempi, «molto particolari e precisi,<br />
nel parlare».<br />
«Certo», disse la ragazza. «Ogni volta che aprono la bocca<br />
parlano per quarantacinque minuti. Perché quarantacinque minuti<br />
è la durata della lezione universitaria standard».<br />
«Benissimo», dissi. «Lei immagina che cosa succederebbe se<br />
così, all’improvviso, Letizia Moratti decidesse che le lezioni<br />
universitarie devono durare mezz’ora, o un’ora e un quarto».<br />
«Be’», disse la ragazza. «Penso che andrebbero tutti in crisi».<br />
«Appunto. Il mio è un problema di questo genere», conclusi.<br />
«Mi spieghi bene», disse la ragazza.<br />
«Eh», incominciai, «io nella mia vita ho scritto di tutto. A<br />
vent’anni compilavo articoli su articoli per le riviste bimestrali<br />
della Confartigianato veneta: L’autotrasportatore artigiano, Unit-Eis<br />
Notizie, C.re.s.p.e Informazioni, Medioveneto, Confezioni & maglieria,<br />
L’acconciatore artigiano, Artigianato artistico».<br />
«Mi spiace», disse la ragazza. «Non volevo suscitare in lei dolorosi<br />
ricordi».<br />
«Ma no!», dissi. «Mi divertivo un sacco. Per L’autotrasportatore<br />
artigiano facevo anche le prove su strada dei camion».<br />
«Dev’essere stato atroce», disse la ragazza.<br />
«Non fraintenda», dissi. «A venticinque anni scrissi il mio primo<br />
discorso elettorale».<br />
«E fu eletto?», disse la ragazza.<br />
«Non era per me», dissi. «Era per un candidato della Dc alle<br />
elezioni europee».<br />
«E fu eletto?», disse la ragazza.