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GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

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Chiacchierata numero 49<br />

Buongiorno, buongiorno. Avevamo cominciato, nelle settimane<br />

scorse, a parlare delle avventure e disavventure che possono capitare<br />

a un autore. Oggi vorrei fare una divagazione. Per tornare però, alla<br />

fine, esattamente sull’argomento.<br />

Un’avventura che può capitare a un autore, è questa: interrogarsi<br />

su ciò che fa, sul perché lo fa, sull’utilità e l’opportunità di ciò che fa.<br />

E se anche un autore <strong>non</strong> si interroga su questo, a interrogarlo ci<br />

pensa il pubblico: che gli domanda: «Perché scrivi?». Non è necessario<br />

aver pubblicato libri, per sentirsi fare questa domanda. Basta che<br />

qualcuno vi chieda perché uscite poco la sera, e che voi rispondiate:<br />

«Sto cercando di scrivere un romanzo». Entro tre minuti di conversazione<br />

arriverà la domanda: «Perché lo fai?».<br />

Vittorio Bianchi è un uomo circa della mia età; ha un paio d’anni<br />

di più. Da quando aveva ventiquattro anni, e quindi da più di<br />

vent’anni, è ospite di quello che una volta si chiamava Ospedale psichiatrico,<br />

e oggi si chiama Comunità terapeutica residenziale protetta<br />

(Ctrp). A Padova, la mia città.<br />

Qualche anno fa un mio conoscente mi disse: «Senti, c’è uno che ti<br />

vorrebbe conoscere»; e mi presentò Guido Solerti. Guido mi spiegò<br />

in quattro e quattr’otto perché mi voleva conoscere: insegnava da<br />

alcuni anni nel "corso di alfabetizzazione" interno alla Ctrp di Padova;<br />

lì aveva conosciuto Vittorio Bianchi, che del corso era uno dei<br />

più fedeli frequentatori; e Vittorio Bianchi, mi disse Guido, scriveva<br />

delle cose assai interessanti.<br />

«Fammi vedere», dissi.<br />

Guido mi fece vedere.<br />

Un anno e mezzo dopo usciva il libro di Vittorio. L’editore era<br />

Theoria (un editore allora glorioso, oggi defunto). Il libro era un<br />

"montaggio" di tanti brevi testi, di tanti "temi" che Vittorio aveva<br />

scritto nel corso di qualche anno. I "temi" erano stati a volte proposti<br />

da Guido, altre volte Vittorio se li era autoproposti. Guido e io<br />

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leggemmo tutti i quader<strong>non</strong>i di Vittorio, individuammo alcuni<br />

filoni (la storia delle vita prima dell’internamento, le relazioni<br />

con i medici e gli infermieri, gli effetti dei farmaci, le amicizie,<br />

riflessioni morali e religiose, favolette), scegliemmo un’ottantina<br />

di "temi"; e senza troppa fatica venne fuori appunto un libro.<br />

Come introduzione al libro ponemmo un "tema" dal titolo: Il<br />

piacere di scrivere.<br />

«Io amo scrivere molto, specialmente se faccio corrispondenza<br />

postale. Ho sempre desiderato (e tutt’ora desidero) scrivere<br />

lettere o cartoline ai miei parenti ed amici. Come e quanto è<br />

bello, fare così!! Provo molta soddisfazione ed anche coloro che<br />

ricevono i miei scritti, provano soddisfazione. Cosa pensano loro,<br />

se scrivo mie notizie? Certamente, pensano che io sia attivo<br />

e che li tengo sempre aggiornati; pensano anche, che per me, è<br />

un piacere e che lo faccio volentieri. Quando scrivo, espongo le<br />

mie idee, avvenimenti, sentimenti, problemi, ecc. Così facendo,<br />

loro mi comprendono e mi rispondono. Più scrivo, meglio è!<br />

Secondo me, lo scrivere ad una o più persone, è una manifestazione<br />

d’affetto (specialmente se scrivo ad una persona cara, a<br />

cui voglio bene). Sono scrittori anche i poeti. Essi amano molto<br />

scrivere. Di solito, i poeti compongono poesie; qualsiasi tipo di<br />

poesie, a seconda delle loro idee, aspirazioni o sentimenti<br />

dell’animo, a tal punto da coinvolgere, commuovere, esaltare,<br />

ecc. una persona che è intenta a leggere una determinata poesia.<br />

I poeti, trascorrono la maggior parte della loro giornata (anche a<br />

costo della vita) componendo poesie; che fascino! Che bellezza!<br />

Che incanto e con quanta tenerezza! (nel caso, scrivano poesie<br />

d’amore). Eppure, essi <strong>non</strong> si stancano mai! Quanta intelligenza!<br />

Quanta bravura e che stile! Anch’io, vorrei essere un poeta,<br />

ma, per fortuna, <strong>non</strong> lo sono, perché <strong>non</strong> amo comporre poesie.<br />

Se scrivo, mi diletto a comporre lettere, o temi. Mi piacerebbe,<br />

scrivere un libro, cioè, descrivere la mia vita vissuta».

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