GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE
GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE
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mio diario in pubblico (che si legge qui: http://www.giuliomozzi.com),<br />
scrivo spesso (su commissione) brevi racconti o descrizioni di luoghi<br />
o di edifici (una mia specialità, quest’ultima); eppure, eppure,<br />
ormai da diversi anni sono uno scrittore inattivo.<br />
C’è un segnale ben preciso, del quale anche Tondelli parla. In tanti<br />
si sentono liberi di farti, così all’improvviso, la domanda fatidica:<br />
«Che cosa stai scrivendo?». «Imbarazzati», scrive Tondelli, «si può<br />
rispondere che si sta facendo altro, oppure che si sta studiando o<br />
leggendo dei manoscritti». Io me la cavo dicendo: «Be’, scrivo il diario»,<br />
che è una risposta quasi perfetta: perché il diario, fino a controprova,<br />
è pur sempre scrittura (anche se, ultimamente, grazie a una<br />
macchina fotografica digitale vinta in un concorso delle Ferrovie<br />
dello stato, sempre più spesso mi appoggio alle immagini…).<br />
Il mio ultimo libro di racconti è uscito nel 2001. L’ultimo racconto<br />
l’ho scritto alla fine del 1999. Da allora, questo è il punto, <strong>non</strong> ho<br />
più immaginato un preciso progetto di scrittura. Il diario in pubblico,<br />
<strong>non</strong>ostante la sua mole (dal 26 maggio 2003 al 29 agosto 2004, giorno<br />
in cui scrivo questo articolo, ci ho pubblicati dentro 695 tra annotazioni,<br />
pagine di diario, raccontini, riflessioni, commenti<br />
all’attualità, poesiole eccetera) è tutto fuorché scrittura progettata.<br />
Immaginate un musicista che tutti i giorni prenda lo strumento e<br />
per due ore suoni, suoni, liberamente improvvisando. Lui suona,<br />
no? Fa musica, no? Però da quattro anni <strong>non</strong> mette per iscritto una<br />
sola nota, da quattro anni <strong>non</strong> registra le sue improvvisazioni per riascoltarle<br />
ed, eventualmente, scegliere le più riuscite per compilare<br />
un disco; in somma, da quattro anni si tiene lontano dalla dimensione<br />
progettuale della scrittura.<br />
Mi succede spesso di parlare con persone che dicono: «Ah, io <strong>non</strong><br />
so fare a meno della scrittura. Io bisogna che tutti i giorni scriva<br />
qualcosa, anche più volte al giorno. Ho sempre con me questo quadernino,<br />
vede?, che ogni volta che mi viene in mente qualcosa ce la<br />
scrivo dentro». Queste persone, mi pare, identificano la compulsione<br />
alla scrittura con la vocazione alla scrittura (e sbagliano); e in più<br />
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<strong>non</strong> si rendono conto che proprio tutto quel loro gran fervore<br />
di scrittura, in quanto è una negazione della dimensione progettuale<br />
della scrittura, è tendenzialmente nullo.<br />
In queste settimane di vacanza, l’incontro con alcune scritture<br />
del tutto prive di arte (come quelle di cui parlavo ieri: i ringraziamenti<br />
dei beneficati da san Nicola da Tolentino) è stato per<br />
me ristoratore. Ho la sensazione che, forse, sto uscendo da<br />
questa lunga inattività iperattiva. La cosa, devo dirlo, mi conforta.<br />
Ho sempre detto: «Perché ho fatto un libro o due, <strong>non</strong> sarò<br />
mica condannato a fare lo scrittore per tutta la vita». Oggi comincio<br />
a pensare che dalla scrittura o ci si libera del tutto, o se ne fa<br />
una questione di vita o di morte. Confesso che difronte a questo<br />
mio pensiero sono riluttante, e preferirei evitarlo. Ma tant’è:<br />
ormai è un pensiero fatto, è dentro la mia testa, e sarà ben difficile<br />
farlo uscire.<br />
Perché i pensieri, come noto, godono di vita propria.<br />
Chiacchierata numero 80<br />
Libri che insegnano a scrivere, 1. Comincio questa settimana una<br />
rassegna di libri che parlano, con intenzioni più o meno didattiche,<br />
dello scrivere. Negli ultimi dieci anni ne sono stati pubblicati<br />
(scritti appositamente da autori italiani o tradotti) moltissimi.<br />
Alcuni dei libri dei quali parlerò sono facilmente trovabili.<br />
Altri sono più difficili da trovare in libreria (per il mercato editoriale,<br />
un libro di tre anni fa è vecchio), ma probabilmente disponibili<br />
in biblioteca.<br />
Giuseppe Conte è un notevole poeta. Nel 1995 ha pubblicato<br />
per l’editore Guanda un Manuale di poesia. Se volete avere<br />
un’idea della poesia di Conte, prima di prendere in mano il suo<br />
manuale, vi consiglio la raccolta L’Oceano e il ragazzo, Tea (costa<br />
sette euro e venti). Il Manuale di poesia dovrebbe essere ancora in