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GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

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misterioso (perché rubare, considerato il molto rischio e il prevedibile<br />

minimo guadagno, una busta della spesa?).<br />

Ma delle relazioni tra notizia e incipit, giornali e romanzi, parliamo<br />

settimana prossima. Arrivederci.<br />

Chiacchierata numero 31<br />

Martedì scorso finivo citando una breve notizia di cronaca (dal<br />

Gazzettino, pagine provinciali di Padova). La ripeto: «Ieri pomeriggio<br />

a Monteortone due giovani a bordo di una motocicletta hanno rotto<br />

il vetro di un’auto parcheggiata in via Castello da una coppia di turisti<br />

tedeschi e si sono impossessati della busta di plastica lasciata sul<br />

sedile. Fortunatamente c’erano solo fazzoletti di carta e cosmetici.<br />

Gli agenti della polizia municipale hanno accompagnato i due a<br />

sporgere denuncia ai carabinieri».<br />

Si può dire che la notizia è insignificante. Eppure contiene una<br />

sorta di promessa di narrazione. A partire da questo fatto insignificante,<br />

potrebbe succedere di tutto. Perché mai due tizi in motocicletta dovrebbero<br />

rubare una busta della spesa abbandonata sul sedile di<br />

un’automobile? O sono due sciocchi, o avevano qualche ragione di<br />

credere che in quella busta potesse esserci qualcosa d’importante.<br />

Avendo una motocicletta, è molto più redditizio uno scippo al volo<br />

(mal che vada si porta a casa un portafoglio) che una simile rapina<br />

(di pochissimo conto, ma sempre rapina è).<br />

Poi: chissà che cosa ci facevano, due turisti tedeschi, a Monteortone.<br />

Monteortone è, va l’assicuro, tra tutti i paesi della provincia di<br />

Padova, uno dei meno rilevanti turisticamente. Non c’è nessuna ragione<br />

precisa perché dei turisti debbano andare a Monteortone. E<br />

allora, che cosa ci facevano lì? E che cosa volevano veramente rubare i<br />

due motociclisti? E si è trattato veramente di un furto oppure di un<br />

modo, per chissà quali ragioni così stabilito, di far passare di mano<br />

un oggetto? In fondo, che dentro la busta ci fossero solo fazzoletti<br />

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di carta e cosmetici, l’hanno detto i due turisti, <strong>non</strong> è mica un<br />

fatto accertato…<br />

Molti romanzi o racconti cominciano così: con un fatto banale,<br />

anche futile, che tuttavia apre una promessa di narrazione: ossia,<br />

pur nella sua banalità, contiene qualcosa di inspiegabile, o almeno<br />

di illogico. L’abilità del narratore consiste, in questi casi, nel<br />

proporci un mondo nel quale le cose che avvengono sono banali<br />

(e perciò, va da sé, senza esitazione credibili) e tuttavia lievemente<br />

“sfasate” rispetto alla vera e autentica banalità (quella,<br />

per intenderci, che sperimentiamo nella nostra vita quotidiana).<br />

La narrazione in somma ci propone avvenimenti perfettamente<br />

credibili, che però <strong>non</strong> sono davvero del tutto perfettamente<br />

credibili. Sono credibili, ma ci lasciano il sospetto che “ci<br />

sia sotto qualcosa”. Sono credibili, ma hanno un particolare<br />

che, a pensarci bene, è troppo strano per essere creduto così sui<br />

due piedi. Sono credibili, ma forse basterebbe osservarli da un<br />

altro punto di vista…<br />

***<br />

«Eravamo forse una decina o qualcuno in più. Eravamo ai<br />

giardini pubblici. Era novembre. Era vino. Ce n’era tanto. Per<br />

tenersi caldi, per stare vicini. Qualcuno esagerò. Più di qualcuno,<br />

a dire il vero. Poi uno corse ad abbracciare un albero enorme<br />

e iniziò a sgranare parole senza senso circa la fecondazione<br />

e gli elefanti in Indonesia». Questo è l’incipit di Come gli elefanti in<br />

Indonesia, romanzo assai bizzarro e <strong>non</strong> del tutto privo di qualità<br />

di Vanni Schiavoni, classe 1977, di Manduria (edizioni LiberArs,<br />

liberars@libero.it). Anche qui abbiamo una situazione banale,<br />

nella quale irrompe un fatto inspiegabile. Che c’entrano gli<br />

elefanti, la fecondazione, l’Indonesia, con un normale pomeriggio<br />

di ragazzi che chiacchierano e bevono?

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