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GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

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Il libro uscì, e s’intitolò: «Io, avrei voluto essere come quel passero».<br />

Fu recensito ampiamente in un paio di settimanali "per lettori<br />

forti" (un bellissimo articolo di Mauro Covacich in Diario, uno di<br />

Alberto Casadei in Avvenimenti), ebbe qualche segnalazione qua e là,<br />

dopodiché, come succede a molti libri, morì.<br />

Vittorio ci guadagnò anche una partecipazione al Maurizio Costanzo<br />

Show. Per felice coincidenza, infatti, poche settimane dopo la pubblicazione<br />

del libro cadeva il ventesimo anniversario della legge Basaglia.<br />

Costanzo dedicò all’argomento una puntata. Mi chiamarono<br />

dalla redazione. Con mille cautele, Vittorio,Guido e un infermiere<br />

affrontarono il viaggio fino a Roma, al Teatro dei Parioli. Costanzo,<br />

come allora gli succedeva talvolta, condusse la faccenda assai bene.<br />

Vittorio fece un’ottima figura, si divertì moltissimo, e incontrò<br />

Haeter Parisi al bar.<br />

Oggi Vittorio abita sempre al Ctrp. Non scrive più, se <strong>non</strong> qualche<br />

lettera a Guido. Ha conservata la passione per la lirica. Canta bene,<br />

suonicchia il pianoforte, ha una discreta collezione di dischi e videocassette.<br />

Guido <strong>non</strong> lavora più al Ctrp, ma vede spesso Vittorio.<br />

Io incontro Vittorio ogni tanto, al bar del Ctrp. Non mi riconosce.<br />

Allora, la domanda è questa: Vittorio è un autore? Sicuramente ha<br />

scritto un libro, sia pure con l’aiuto di due editor un po’ speciali<br />

(che, peraltro, si sono limitati alla scelta dei pezzi e alla correzione di<br />

due o tre errori di ortografia); sicuramente il libro è scritto in una<br />

lingua fuorinorma; forse Vittorio riprenderà a scrivere, difficilmente<br />

farà un altro libro.<br />

Il pezzo Il piacere di scrivere mostra che Vittorio aveva ben chiaro il<br />

senso di ciò che faceva: «Secondo me, lo scrivere ad una o più persone,<br />

è una manifestazione d’affetto (specialmente se scrivo ad una<br />

persona cara, a cui voglio bene)». E se <strong>non</strong> sapeva usare alla perfezione<br />

il mezzo della lingua, la sua istanza comunicativa era abbastanza<br />

intensa da farglielo usare comunque: piegandolo e storcendolo, se<br />

serviva, fino a fargli dire ciò che aveva da dire.<br />

79<br />

Vittorio Bianchi è un autore? Io dico di sì. Ne riparliamo la<br />

settimana prossima.<br />

Chiacchierata numero 50<br />

Continuiamo a parlare di avventure e disavventure dell’autore.<br />

Ma faccio una divagazione. La settimana scorsa avevo finito<br />

con una domanda; settimana prossima tenterò una risposta.<br />

Oggi voglio parlare di quest’altra cosa qui.<br />

Il settimanale L’Espresso ha pubblicato un pezzo di Mauro<br />

Covacich intitolato: «Ho le vertigini da fiction». Covacich scrive<br />

tra le altre cose: «La nostra è un’epoca di meraviglie. Il cielo si è<br />

abbassato al punto che gli aerei entrano nelle costruzioni più<br />

alte. Maestri di scuola si vestono di tritolo e salgono sugli autobus<br />

per farsi brillare. Attori diventano governatori. Cantanti diventano<br />

primi ministri. Presidenti della Camera diventano conduttrici<br />

televisive. […] Ogni cosa per essere reale dev’essere trasmessa,<br />

ma <strong>non</strong> solo - questa ormai è roba vecchia - anche ogni<br />

esperienza di vita è reale solo se pensata da chi la vive coi ritmi,<br />

le sequenze e le inquadrature di una fiction. Il concetto la vita<br />

come un romanzo ha cambiato più volte faccia fino ad arrivare a la<br />

vita come un reality show». E poi interroga: «Perché gli scrittori italiani<br />

si sottraggono a tutto ciò? Perché lo ignorano mentre raccontano<br />

le loro storie? […] Perché <strong>non</strong> riusciamo a prendere il<br />

mondo per le corna? Perché <strong>non</strong> riusciamo a raccontare storie -<br />

<strong>non</strong> importa se inventate, vere, realistiche, surreali - in grado di<br />

spremere la vita, di metterla sotto torchio?».<br />

Mauro Covacich è uno scrittore che pubblica dal 1993. I suoi<br />

libri sono tradotti in varie lingue. Il suo ultimo romanzo, A perdifiato,<br />

uscito nel 2003 per Mondadori, è stato ampiamente lodato.<br />

Il suo pezzo, in sostanza, riprende uno dei “discorsi circolari”<br />

della società letteraria italiana; un discorso che periodi-

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