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GIULIO MOZZI (non) UN CORSO DI SCRITTURA E NARRAZIONE

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(senz’altro il più proficuo), passato nel giro di un ventennio circa da<br />

una «concezione ipertroficamente intellettuale dei processi connessi<br />

all’apprendimento dello scrivere» a una più opportuna considerazione<br />

dei «fattori motivazionali» (p. 82). La mia impressione è che questo<br />

saggio fissi i punti di riferimento di tutto il Quaderno.<br />

«Criteri e indicazioni per la tesi di laurea» di Vanna Zaccaro prende<br />

le mosse dal celeberrimo Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco<br />

(Bompiani) e, sinceramente, ho l’impressione che <strong>non</strong> vada molto<br />

più in là. «Scrivere l’attimo, ovvero il telegiornale» di Francesco<br />

Giorgino è un’introduzione all’argomento molto brillante e suggestiva,<br />

ricca di molte informazioni in poche pagine. «In treno con il<br />

block-notes», di Daniele Giancane, è un testo curioso e ondivago.<br />

«Scrivere in treno è una delle cose più belle e naturali del mondo,<br />

perché viaggiare in treno vuol dire osservare l’umanità attorno a noi<br />

e al contempo il paesaggio che corre dal finestrino. Visto che si deve<br />

star fermi, o quasi, è un buon tempo per riflettere, fare bilanci, persino<br />

meditare. Forse pregare» (p. 126). Partendo da qui, Giancane<br />

arriva… Non ho capito. Non ho capito dove arriva. Verso la fine<br />

scrive: «La mia finalità è quella di riflettere sulla scrittura in un <strong>non</strong>luogo<br />

come il treno; sulla sua possibilità e la sua "bellezza", anzitutto<br />

per chi la pratica. Scrivere (nel mio caso poesie) sul treno può sembrare<br />

quasi incredibile - per chi ha una concezione "classica" della<br />

scrittura, perlomeno nel senso anche dei mezzi e dei luoghi […].<br />

Può sembrare atto quasi sacrilego scrivere una poesia in treno, una<br />

"caduta" dalla serietà dello scrittoio attorniato da una robusta biblioteca<br />

(ognuno pensa alla biblioteca di casa Leopardi) alla vile laicità<br />

di uno scompartimento» (p. 132). Ma, <strong>non</strong> so. Ho l’impressione<br />

che si sfondino porte aperte. Il primo Quaderno di didattica della scrittura<br />

si conclude infine con un racconto di Raffaele Crovi.<br />

In sostanza: come in ogni rivista ci sono cose più interessanti e altre<br />

meno, ma credo che soprattutto gli insegnanti di Italiano nelle<br />

scuole medie superiori farebbero bene a dare un’occhiata a questo<br />

137<br />

Quaderno, e magari ad abbonarsi. Io mi sono abbonato. Di una<br />

rivista come questa, da anni sentivo la mancanza.<br />

***<br />

La settimana scorsa ho parlato del Libro dei libri. Manuale per<br />

giocare a costruire libri di Niccolò Barbiero e Giulia Orecchia (Salani).<br />

Avrei dovuto almeno citare (me ne sono dimenticato) un<br />

altro aureo libretto sullo stesso argomento: Guida pratica per fare<br />

libri con i bambini, di Maria Pia Alignani (ed. Sonda, pp. 102, euro<br />

10,50). La Guida (diversamente dal Libro dei libri) <strong>non</strong> si rivolge<br />

direttamente ai bambini bensì agli adulti, e si ispira al Book Art<br />

Project di Paul Johnson, è a sua volta autore dell’ottimo Facciamo<br />

un libro (ugualmente pubblicato da Sonda). Ma su libri &<br />

bambini riprenderemo il discorso.<br />

Chiacchierata numero 86<br />

Libri che insegnano a scrivere, 7. Credo che il libro di cui vi parlo<br />

oggi sia assai difficile da trovare. La persona che me l’ha prestato<br />

l’ha trovato in una libreria di libri usati. L’editore <strong>non</strong> esiste<br />

più. Si tratta di Come scrivere romanzi rosa. Guida alla narrativa<br />

sentimentale: personaggi, ambienti, dialoghi, sentimento, passione, conflitto,<br />

di Phyllis Taylor Pianka (Spazio Libri Editori, 1993 [ma<br />

l’edizione originale americana è del 1988], pp. 160, 28.000 lire).<br />

Il libro è interessante, secondo me, per tre ragioni: primo, perché<br />

<strong>non</strong> mi risulta che esistano in lingua italiana altri manuali di<br />

scrittura relativi a questo genere di romanzi (ma, se sapete<br />

l’inglese, lo potete comperarlo per soli due dollari su<br />

www.amazon.com); secondo, perché è un libro interessante e<br />

divertente; terzo, perché i romanzi rosa sono un genere letterario<br />

sempre denigrato, e a me invece stanno simpatici.

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