sommario - Ordine degli Avvocati di ROMA
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ATTIVITA' DEL CONSIGLIO<br />
pesantemente nell’andamento processuale, considerando che la scienza è prova fino a<br />
equivalente prova contraria.<br />
(I capitoli nn. 1.5.1, 1.5.2, 1.5.3 e 1.5.4, sono del dr. Davide Collini).<br />
1.5.5) PROVA FARMACEUTICA<br />
Possiamo definire come prova farmaceutica tutto l’insieme della documentazione sulla<br />
sperimentazione farmacologica che si deve presentare alle autorità sanitarie per convincerle<br />
a concedere l’autorizzazione alla registrazione, e quin<strong>di</strong> alla commercializzazione, <strong>di</strong> un<br />
nuovo farmaco.<br />
La sperimentazione <strong>degli</strong> effetti farmacologici <strong>di</strong> un farmaco si sviluppa attraverso<br />
<strong>di</strong>verse fasi finalizzate alla progressiva acquisizione <strong>degli</strong> elementi <strong>di</strong> valutazione concernenti<br />
l’efficacia e la tollerabilità del farmaco. Si <strong>di</strong>stinguono per lo meno due fasi principali:<br />
sperimentazione preclinica e sperimentazione clinica.<br />
SPERIMENTAZIONE PRECLINICA<br />
Il primo obiettivo della sperimentazione preclinica è quello <strong>di</strong> verificare che la<br />
molecola identificata possieda effettivamente le proprietà terapeutiche che le sono state<br />
attribuite sulla base <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> preliminari puramente teorici. A questo scopo vengono<br />
utilizzati i cosiddetti modelli sperimentali della malattia. Si tratta <strong>di</strong> sistemi biologici in cui<br />
vengono ricreate sperimentalmente le stesse caratteristiche della patologia: si possono usare<br />
colture <strong>di</strong> cellule fatte crescere in laboratorio, i cosiddetti modelli in vitro, oppure si può<br />
ricorrere agli animali da laboratorio - in questo caso si parla <strong>di</strong> modelli in vivo.<br />
Il secondo obiettivo della preclinica è quello <strong>di</strong> verificare la potenzialità del nuovo<br />
farmaco <strong>di</strong> indurre effetti tossici negli animali come per esempio provocare mutazioni<br />
genetiche, nuocere alla capacità riproduttiva dell’animale, oppure provocare danni ai vari<br />
organi esaminati. Queste prove effettuate su animali sono regolate da specifiche norme e<br />
linee guida che servono a tutelare sia gli animali utilizzati, sia la riproducibilità ed<br />
atten<strong>di</strong>bilità delle prove stesse.<br />
In pratica, la sperimentazione preclinica è il banco <strong>di</strong> prova del farmaco, superato il<br />
quale esso potrà procedere alla sperimentazione sull’uomo.<br />
SPERIMENTAZIONE CLINICA<br />
L’obiettivo <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong> clinici è quello <strong>di</strong> verificare se e in che misura un nuovo farmaco<br />
sia efficace. Il più delle volte gli stu<strong>di</strong> clinici confrontano un nuovo approccio terapeutico<br />
con lo standard <strong>di</strong> cura già in uso. Perché la risposta sia sod<strong>di</strong>sfacente dal punto <strong>di</strong> vista<br />
scientifico, si procede a un confronto <strong>di</strong>retto, condotto in base a regole precise, su un gruppo<br />
omogeneo <strong>di</strong> pazienti, che vengono sottoposti in maniera del tutto casuale ad una o all’altra<br />
terapia.<br />
Giacché anche la suggestione <strong>di</strong> coloro che partecipano allo stu<strong>di</strong>o (pazienti e me<strong>di</strong>ci)<br />
rischia <strong>di</strong> avere un effetto sull’efficacia della cura e sull’interpretazione dei risultati, nella<br />
sperimentazione clinica si ricorre, ogni volta che è possibile, agli stu<strong>di</strong> detti “in cieco”. Ne<br />
esistono <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi tipi: è “cieco” lo stu<strong>di</strong>o in cui i pazienti non sanno se stanno assumendo<br />
la sostanza in stu<strong>di</strong>o o quella <strong>di</strong> confronto; è in “doppio cieco” lo stu<strong>di</strong>o nel quale non solo<br />
i pazienti ma anche i me<strong>di</strong>ci che somministrano il farmaco non sanno a quali pazienti è stata<br />
somministrata la molecola in sperimentazione.<br />
A tutela dei <strong>di</strong>ritti dei malati che prendono parte alla sperimentazione, la legge impone<br />
che ogni stu<strong>di</strong>o clinico sia prima approvato da un Comitato Etico, composto da persone <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>versa professionalità (me<strong>di</strong>ci, ricercatori, giuristi, filosofi, religiosi, ecc.). Il loro compito<br />
consiste nel verificare in via preliminare che le ricerche siano realizzate nel modo migliore<br />
e nell’interesse del malato. Nessuna sperimentazione può essere avviata senza il parere<br />
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22/06/2007, 11:18<br />
FORO <strong>ROMA</strong>NO 2/2007