sommario - Ordine degli Avvocati di ROMA
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EXTRAVAGANTES<br />
La giornata era <strong>di</strong>visa in giorno e notte rispettivamente scan<strong>di</strong>te dalle Horae e dalle Vigiliae<br />
per complessive ventiquattro ore: la notte, dalle sei della sera alle sei del mattino, <strong>di</strong>vise in<br />
quattro parti <strong>di</strong> tre ore ciascuna dette vigiliae dai turni <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a che dall’uso militare passò nella<br />
vita civile. Il giorno era invece <strong>di</strong>viso in do<strong>di</strong>ci horae, numerate dalla prima, le sei del mattino, alla<br />
do<strong>di</strong>cesima, le <strong>di</strong>ciotto <strong>di</strong> sera.<br />
Gli anni, poi, venivano in<strong>di</strong>cati ab urbe con<strong>di</strong>ta o ricorrendo all’eponimia dei Consoli in carica.<br />
Ne risulta una raccolta frammentata ma or<strong>di</strong>nata nei fasti consulari e capitolini gelosamente<br />
custo<strong>di</strong>ti dai Pontefici . Con l’era cristiana si usò la locuzione ante e post Cristum natum, così come<br />
sostituita nel VI sec. d.C. dal monaco Dionigi l’Exiguus a ab incarnatione Domini in uso dall’era<br />
<strong>di</strong> Diocleziano. Infine, il calendario gregoriano del Pontefice Gregorio XIII ( 1572 – 1585 ), tuttora<br />
in vigore, altro non è che un calendario giuliano mo<strong>di</strong>ficato da una peculiare commisione tra cui<br />
si <strong>di</strong>stinsero il me<strong>di</strong>co calabrese <strong>di</strong> Cirò, Luigi Giglio, e il tedesco Critoforo Clavio. Se fosse<br />
continuato il calendario giuliano, coi ritar<strong>di</strong> accumulati, la Pasqua sarebbe infatti stata celebrata<br />
in estate. Furono apportate pertanto le seguenti innovazioni: a ) le settimane, in cui si <strong>di</strong>vidono i<br />
mesi, <strong>di</strong> durata quasi uguali alle fasi lunari, con la lunghezza me<strong>di</strong>a dell’anno civile prossima a<br />
quella dell’anno tropico per correggere lo scarto in <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> 11 minuti e 14 secon<strong>di</strong> che già nel<br />
XVI secolo avrebbe fatto anticipare all’11 Marzo la data dell’equinozio <strong>di</strong> primavera del 21;<br />
b ) l’ eliminazione dei 10 giorni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenza tra l’anno civile ( o calanderiale ) e l’anno solare<br />
ricorrendo all’artificio <strong>di</strong> saltare <strong>di</strong>rettamente dal 4 Ottobre 1582 al 15 Ottobre 1582;<br />
c ) per l’avvenire, gli anni secolari sarebbero stati considerati bisestili soltanto quelli in cui il<br />
gruppo <strong>di</strong> cifre precedenti i due zeri è <strong>di</strong>visibile per quattro.<br />
Da tempo si sta pensando ad un calendario universale con l’anno <strong>di</strong>viso in 52 settimane e 4<br />
trimestri <strong>di</strong> 91 giorni, composti da tre mesi rispettivamente <strong>di</strong> 31, 30 e 30 giorni con inizio del<br />
trimestre la domenica ( restano fuori 1 o 2 giorni l’anno se bisestile ) . In tal modo l’anno e ciascun<br />
trimestre inizierebbe sempre <strong>di</strong> domenica evitando gli artificiosi computi del ciclo settimanale<br />
dovuti alla <strong>di</strong>versa lunghezza dei mesi. Ma sul punto ci sono ancora <strong>di</strong>fficoltà e resistenze da parte<br />
delle varie religioni <strong>di</strong>verse dalla cattolica, quali l’ebraica e musulmana.<br />
Roma, 22 Maggio 2007<br />
Avv. Domenico Giustiniani<br />
HABEMUS STATUTUM<br />
1) Quel quarantotto del 1848<br />
2) Una proposta <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong> una costituzione <strong>di</strong>menticata<br />
3) Il nodo politico dell’art. 5 ( 25 Luglio 1943 ) e il fragoroso risveglio <strong>di</strong> una costituzione<br />
1) Tutto sarebbe cambiato, niente sarebbe stato più come prima.<br />
Questo era il comune proposito dei rappresentanti del Terzo Stato riunitisi nella Sala della<br />
Pallacorda, i quali giurarono (20 Giugno 1789) <strong>di</strong> non separarsi mai “fino a che non si fosse data<br />
e affermata su solide basi la costituzione del regno” secondo la formula adottata da Bailly, il<br />
presidente dell’assemblea “sfrattata” da Versailles per volere <strong>di</strong> Luigi XVI.<br />
Il nuovo e auspicato regime politico avrebbe portato 1 alla nascita <strong>di</strong> una monarchia non più<br />
assoluta, bensì costituzionale, limited, per usare le parole <strong>di</strong> A. Hamilton 2<br />
Sessant’anni più tar<strong>di</strong>, in quel quarantotto del nostro 1848 risorgimentale, quella promessa<br />
solenne era ancora valida, anzi era stata fatta propria anche dai patrioti italiani e Carlo Alberto<br />
FORO <strong>ROMA</strong>NO 2/2007 415