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sommario - Ordine degli Avvocati di ROMA

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ATTIVITA' DEL CONSIGLIO<br />

non consente <strong>di</strong> utilizzare alcune conoscenze al fine <strong>di</strong> considerare provati determinati fatti.<br />

2.3.5) Regole legali <strong>di</strong> valutazione della prova<br />

3) Convincere il giu<strong>di</strong>ce<br />

Cosa ben <strong>di</strong>stinta é il convincimento psicologico del giu<strong>di</strong>ce (e qui l’avvocato deve essere<br />

magnetico, far trasparire quanto crede nelle ragioni del suo assistito), per il quale la prova é<br />

l’insieme <strong>di</strong> operazioni che servono a formare il suo convincimento su elementi processuali<br />

determinati. Abbandonata la pretesa <strong>di</strong> ottenere la verità, ossia la realtà oggettiva dei fatti,<br />

emerge la funzione <strong>di</strong> raggiungere un’altra realtà, anche se soggettiva: il convincimento del<br />

giu<strong>di</strong>ce.<br />

3.1) Vi sono molti sistemi legali <strong>di</strong> raccolta delle prove. Analizzando decenni della nostra<br />

scienza processual civilistica possiamo rilevare – senza tema <strong>di</strong> smentita - IL FALLIMENTO<br />

DEL PRINCIPIO DI IMMEDIATEZZA E L’ALLONTANAMENTO DEL GIUDICE<br />

CIVILE DALLA C.D. PROVA-ORALE RAPPRESENTATIVA (Chiovenda, L’oralità e la<br />

prova, “Riv. <strong>di</strong>r. proc.”, 1924).<br />

Affermare che il giu<strong>di</strong>ce del fatto é in grado <strong>di</strong> apprezzare convenientemente l’atten<strong>di</strong>bilità<br />

delle prove orali soltanto quando le assume <strong>di</strong> persona , perché così può<br />

valorizzare elementi come il tono della voce, l’espressione, la mimica dei<br />

<strong>di</strong>chiaranti, etc., é sicuramente un luogo comune della letteratura processualistica <strong>di</strong> ogni<br />

tempo, dal famoso rescritto dell’imperatore Adriano al passo <strong>di</strong> Mario Pagano. ( nelle varie oscenità<br />

<strong>degli</strong> interrogatori. Abbracciamo l’essere amato, teniamo ra le braccia il bambino adorato,<br />

l’amico più caro ci stringe la mano. Tuttavia, non abbiamo alcuna prova dei pensieri<br />

suscitati, registrati internamente in quel momento. Nell’unione erotica, la corrente del<br />

pensiero, <strong>di</strong> ciò che é intensamente immaginato, scorre molto spesso altrove. Internamente,<br />

facciamo l’amore con un altro. Dietro il sorriso adorante del bambino, dell’amico intimo,<br />

può esserci la verità della noia, dell’in<strong>di</strong>fferenza o perfino della repulsione. L’abilità <strong>di</strong><br />

mentire, <strong>di</strong> nascondere e <strong>di</strong> mettere in atto finzioni é organica alla nostra umanità. Le arti,<br />

il comportamento sociale, lo stesso linguaggio sarebbero impossibili senza <strong>di</strong> essa.<br />

3.3) Ma, allora perché insistere con le prove testimoniali? qui c’é il paradosso. Il nucleo<br />

inaccessibile della nostra singolarità, il più intimo, privato, impenetrabile dei nostri<br />

posse<strong>di</strong>menti é anche un luogo comune moltiplicato per miliar<strong>di</strong>. Benché espressi, detti o<br />

FORO <strong>ROMA</strong>NO 2/2007 337<br />

03_attivita del consiglio_2.pmd 337<br />

22/06/2007, 11:18

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