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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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P. Laudadio et al.<br />

De Souza e Glasscock (2004) consigliano, in caso di anomalia complessa, di<br />

interrompere l’intervento, anche se in letteratura (Horn 1998) sono offerte le possibilità<br />

della decompressione con “gentle displacement” del nervo, della sua trasposizione,<br />

della fenestrazione del canale semicircolare orizzontale, della cocleostomia<br />

postero-inferiormente al processo cocleariforme. In un solo paziente è<br />

stato impossibile praticare la stapedoplastica poiché il facciale ricopriva totalmente<br />

la finestra ovale e si associava a malformazione dell’incudine e della staffa.<br />

8) Paresi facciale.<br />

Una paresi del nervo facciale è possibile, più facilmente se il canale del nervo<br />

è deiscente. Se il chirurgo ritiene fiduciosamente di non aver danneggiato il<br />

nervo, è probabile che la paresi receda in un tempo variabile. Occasionalmente<br />

può essere causata dagli anestetici locali, nel qual caso regredisce in 24 ore. Nella<br />

nostra casistica non si è mai verificato alcun caso di paresi postoperatoria.<br />

9) Persistenza dell’arteria stapediale (PSA).<br />

L’arteria stapediale è una struttura primitiva che normalmente si atrofizza nel<br />

terzo mese di vita fetale. Questa arteria origina dalla carotide interna, penetra<br />

nella cassa timpanica antero-inferiormente, passa sul promontorio eventualmente<br />

contenuta nel canale osseo di Jacobson, procede attraverso il forame otturatorio<br />

della staffa quindi piega anteriormente nella porzione orizzontale del canale<br />

del nervo facciale, penetra nella fossa cranica media e termina nell’arteria meningea<br />

media. L’arteria stapediale ha due rami: il dorsale sopraorbitario ed il ventrale<br />

maxillo-mandibolare.<br />

Può essere associata con anomalie dell’arteria carotide interna (Roll 2003,<br />

Yilmaz 2003) e dell’orecchio medio, specialmente della staffa e del nervo facciale<br />

(Tien 2001). L’incidenza riportata di tale reperto durante la chirurgia della<br />

staffa varia tra 0.02% (Steffen 1968) e 0.05% (David 1967).<br />

Sintomatologia. E’ possibile che un’arteria stapediale persistente causi acufene<br />

pulsante, eventualmente anche obiettivo (Roll 2003) e, limitando il movimento<br />

della staffa, ipoacusia trasmissiva. Frequentemente diagnosticata in età<br />

infantile, può dare l’immagine di una massa congesta e pulsante al di dietro della<br />

membrana timpanica, facendo sospettare un glomo timpanico, un’arteria carotide<br />

aberrante od un bulbo della giugulare deiscente.<br />

Trattamento. L’importanza clinica della persistenza dell’arteria stapediale in<br />

occasione di intervento sulla staffa consiste in primo luogo nella possibilità di<br />

profuso sanguinamento e nella possibilità di un’arteria carotide interna aberrante.<br />

Horn e Coll.(1998) ritengono che la PSA non costituisca di per sé una controindicazione<br />

ad una chirurgia della staffa con buon risultato funzionale; riportano<br />

casi della letteratura in cui l’arteria era stata sezionata senza problemi; suggeriscono<br />

l’uso di Laser e microfresa ed una fenestrazione in cui applicare una<br />

protesi in teflon che non traumatizzi l’arteria. Nella nostra casistica due soli casi.<br />

In un caso è stata cauterizzata e sezionata, in un secondo caso è stato possibile<br />

forare la metà posteriore della platina ed applicare la protesi di dietro all’arteria.<br />

10) Otosclerosi obliterativa.<br />

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