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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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E. Cunsolo<br />

Tali oscillazioni avranno l’ampiezza di 1μ solo quando il tono di 1000 Hz raggiungerà<br />

l’intensità di 100 dB. Tale “miniaturizzazione” delle grandezze fisiche<br />

trattate dall’orecchio medio ha storicamente rappresentato un ostacolo alla corretta<br />

definizione della sua biomeccanica nel range d’intensità del campo uditivo.<br />

Helmholtz e Politzer, nei loro studi pionieristici, idearono sistemi ingegnosi per<br />

visualizzare le oscillazioni della catena ossiculare (come quello di una piuma di<br />

canarino fissata alla catena ossiculare). Tuttavia, con tali metodi, le uniche vibrazioni<br />

della catena ossiculare visibili erano quelle indotte da stimoli di intensità<br />

molto elevata.<br />

Anche con la successiva evoluzione della microscopia ottica non è stato<br />

possibile risolvere tale problema. Infatti il più potente microscopio ottico non<br />

può avere un potere di risoluzione inferiore ad 1μ, per un limite fisico insormontabile<br />

dato dalla lunghezza d’onda della luce. Con una pressione sonora<br />

di 1 Pa, corrispondente ad un’intensità di circa 94 dB, le oscillazioni della<br />

staffa sono dell’ordine di 20-30 nm (1nm = 10 -9 m). E’ pertanto ben comprensibile<br />

come lo studio della biomeccanica ossiculare con mezzi ottici possa<br />

indagare solo oscillazioni dello STO in range di intensità sonora non fisiologici.<br />

Solo con le moderne tecniche, come ad esempio la Laser Doppler Vibrometria<br />

(LDV), è stato possibile studiare la biomeccanica dello STO ed in particolare<br />

della staffa in condizioni fisiologiche, con intensità inferiori ai 100dB.<br />

Si è così venuta delineando una concezione biomeccanica dell’orecchio<br />

medio che prevede un duplice pattern anatomo-funzionale dello STO 3, 4 . Si possono<br />

così così distinguere:<br />

1. le micro-oscillazioni della catena ossiculare, che per le grandezze coinvolte<br />

potrebbero essere definite anche “nano-oscillazioni” e riguardano la funzione<br />

di trasmissione delle onde di pressione sonora (“micro-oscillazioni uditive”).<br />

2. le macro-oscillazioni della catena ossiculare, che possono raggiungere<br />

ampiezze millimetriche e sono coinvolte nei movimenti fisiologici di regolazione<br />

della pressione statica dell’orecchio medio. Sono le oscillazioni dello STO<br />

che si verificano in coincidenza con i meccanismi fisiologici di compensazione<br />

od in altre condizioni parafisiologiche, che determinano comunque importanti<br />

variazioni della pressione statica dell’orecchio medio. (es. manovre di Valsalva e<br />

Toynbee, starnuti ecc.).<br />

Queste oscillazioni sono svariati ordini di grandezza superiori rispetto alle<br />

micro-oscillazioni uditive e si svolgono secondo modalità che rendono inefficace<br />

l’oscillazione dello STO ai fini della stimolazione dell’orecchio interno. Per<br />

tali motivi questo secondo pattern funzionale potrà essere definito come<br />

“Sistema della macro-oscillazioni extra-uditive”.<br />

Una tale interpretazione della biomeccanica ossiculare comporta una “rilettura”<br />

completa dell’anatomia funzionale dell’intero STO, che esamineremo considerando<br />

dapprima le micro-oscillazioni uditive, poi le macro-oscillazioni extrauditive.<br />

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