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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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Il laser nella chirurgia dell’orecchio medio<br />

sono tuttavia molto utilizzati nella chirurgia otologica in quanto potenzialmente<br />

dannosi per la coclea.<br />

Fra i laser presenti in commercio, l’Erbium laser ed il CO2 sono sicuramente<br />

quelli di maggior utilizzo nella chirurgia otologica perché hanno il maggior<br />

assorbimento nei liquidi, rendendoli particolarmente idonei per ridure il danno<br />

sull’accoppiamento osso e liquido perilinfatico. Questa caratteristica fa sì che, a<br />

parità di potenza, la perdita di energia trasmessa e quindi l’effetto sul tessuto colpito<br />

si esaurisca nei primi strati non diffondendosi in profondità.<br />

Altro vantaggio dei laser a CO2 (Fig. 11) ed Erbio-Yag (Fig. 12) è la modalità<br />

di utilizzo: la propagazione dell’energia avviene esclusivamente per irradiazione.<br />

Questo permette una applicazione coassiale del laser con l’ottica del<br />

microscopio, una completa visione del campo operatorio e la possibilità di intervenire<br />

in aree ristrette senza interferire con le strutture circostanti. Inoltre questi<br />

tipi di laser utilizzano un sistema di specchi molto semplici tali da non dare problemi<br />

di collimazione tra raggio di puntamento, quello nello spettro di luce visibile<br />

utilizzato come mira, ed il laser stesso non visibile. I laser da contatto (argon,<br />

rubino), invece, essendo la luce veicolata da una fibra ottica posta direttamente a<br />

contatto sul tessuto da trattare, prevedono la presenza di un manipolo e quindi di<br />

un ingombro nel campo operatorio. Ciò implica un controllo non ottimale della<br />

profondità di azione e degli effetti laterali in particolari condizioni quali un facciale<br />

procidente, la finestra ovale a biscotto (procidenza promontoriale), una platina<br />

flottante o esiti di platinectomie parziali.<br />

Figura 11. Laser CO2<br />

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