xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
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La endoscopia nella chirurgia dell’orecchio medio<br />
M. Badr el Dine 15 nel 2002 ha proposto uno studio per valutare l’importanza<br />
della endoscopia nella chirurgia dell’orecchio medio affetto da colesteatoma.<br />
L’autore ha effettuato 92 interventi chirurgici per via tradizionale (82 timpanoplastiche<br />
chiuse e 10 timpanoplastiche aperte) e con l’ausilio di microscopio ha<br />
eseguito l’asportazione del colesteatoma; a intervento chirurgico ultimato è stata<br />
valutata mediante ottiche angolate, la presenza o meno di eventuali residui di<br />
colesteatoma. Dalla casistica studiata risulta come l’incidenza di residui di colesteatoma,<br />
rilevati all’esplorazione con ottica angolata nei pazienti operati di timpanoplastica<br />
per via tradizionale, è del 22.8%. Questi dati confermano la fondamentale<br />
importanza dell’utilizzo dell’ottica rigida nella pratica chirurgica<br />
Le ottiche più frequentemente utilizzate hanno un diametro variabile da 2-2,7<br />
mm; 20 cm di lunghezza con angolazione 0°; 30°; 45°; 70°. Le attuali preferenze<br />
riguardano l’utilizzo dell’ottica 30° che da numerosi Autori come Yung 13 ,<br />
McKennan 16 , Youssef and Poe 17 e Bottrill and Poe 18 sono reputate le ottiche più<br />
maneggevoli e capaci di magnificare la regione del mesotimpano posteriore e<br />
dell’epitimpano anteriore adeguatamente. McKennan 16 riserva l’utilizzo delle<br />
ottiche 70° per l’esplorazione della faccia mediale del muro della loggetta e della<br />
faccia superiore della cavità mastoidea. Il diametro solitamente utilizzato varia a<br />
seconda degli Autori; Badr el Dine 15 , Bottrill 18 e Yung 13 preferiscono l’utilizzo di<br />
ottiche di 2.7-mm di diametro in quanto permettono l’introduzione dello strumento<br />
anche nei recessi di dimensioni limitate; Youssef and Poe 17 e Tarabichi 19<br />
utilizzano gli endoscopi con diametro di 4-mm reputati più maneggevoli e con<br />
una migliore risoluzione e controllo del campo visivo rispetto ai diametri minori.<br />
Secondo la nostra esperienza l’utilizzo delle ottiche di diametro 2.7-mm è<br />
limitato dalla presenza di sanguinamento più o meno abbondante durante l’atto<br />
chirurgico che comporta la difficoltà di mantenere lo strumento adeguatamente<br />
pulito per eseguire una corretta valutazione dei recessi timpanici. Gli endoscopi<br />
4-mm permettono viceversa una buona valutazione anche nelle orecchie dove il<br />
sanguinamento è presente, ma il diametro può risultare eccessivo per alcuni<br />
pazienti. Il lavaggio mediante soluzione fisiologica della cavità timpanica durante<br />
l’esplorazione endoscopica rimane necessario per consentire una buona visione<br />
del campo operatorio.<br />
Gli interventi chirurgici sull’orecchio medio grazie all’avvento della endoscopia<br />
sono divenuti possibilmente più conservativi e minimamente invasivi.<br />
Alcuni autori limitano l’utilizzo dell’endoscopio nel secoond look della patologia<br />
colesteatomatosa, introducendo la fibra ottica tramite la cavità di mastoide<br />
(Youssef e Poe 17 ; McKennan 16 ) esplorando così il mesotimpano posteriore l’epitimpano<br />
e la cellularità peritubarica; ciò permette inoltre la rimozione dell’eventuale<br />
residuo di malattia tramite l’utilizzo dell’ottica. La maggior parte degli<br />
autori preferiscono associare la tecnica tradizionale conservativa (canal wall up)<br />
alla endoscopia (Magnan 9 ; M.Badr-el-Dine 15 ; Pratt 8 ; Bluestone 10 ; Thomasine 21 ) la<br />
quale permette di visualizzare anche le aree nascoste dei recessi timpanici e di<br />
asportare gli eventuali residui epiteliali non evidenziabili alla visione microscopica,<br />
mantenendo intatto la parete posteriore del condotto uditivo esterno.<br />
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