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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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E. Cunsolo<br />

ma soprattutto ha un’architettura d’insieme che la differenzia nettamente rispetto<br />

all’adulto. In questo, partendo dall’istmo (quello vero, cioè quello cartilagineo),<br />

la tuba assume una morfologia a tronco di cono, che va a svasare verso l’ostio<br />

faringeo. Nel bambino, sino all’età di circa 10 anni, la tuba cartilaginea mantiene<br />

una certa costanza dei suoi diametri, assumendo così una morfologia a<br />

cilindro 55 . Anche approfondendo la valutazione di altri dettagli morfologici, quali<br />

l’inserzione muscolare di elevatore e tensore sulle strutture fibro-cartlaginee<br />

tubariche (56), si rafforza il convincimento che la tuba del bambino sia anatomofunzionalmente<br />

votata a ridurre l’efficacia dei suoi movimenti d’apertura, quasi<br />

a voler “proteggere” l’orecchio medio, cavità sterile, dall’ambiente rinofaringeo,<br />

vera “microbial bank” batterica e virale. Si ha, dunque, l’impressione che la tuba<br />

del bambino non sia “immatura” rispetto a quella dell’adulto, ma sia semplicemente<br />

diversa, orientata a privilegiare un’azione di protezione, rispetto a quella<br />

di ventilazione dell’orecchio medio. In tal senso depongono anche i riscontri<br />

della differente durata della contrazione dei muscoli tensore ed elevatore del velo<br />

del palato 57 . Questa modalità di contrazione determinerebbe una sorta d’attività<br />

peristaltica della tuba cartilaginea, con il risultato di un’azione di “pompaggio<br />

muscolare” dal protimpano al rinofaringe, in modo da esaltare l’efficacia della<br />

clearance muco-ciliare tubarica. Questa interpretazione darebbe anche ragione<br />

della struttura segmentata della cartilagine tubarica e della sua conformazione<br />

non tubulare, ma a semianello con parete fibro-cartilaginea, con una morfologia<br />

che consente ancora una volta un parallelo con la trachea. La presenza di una porzione<br />

cedevole della parete tubarica comporta altre implicazioni funzionali. La<br />

prima è legata alla possibilità di avere parti molli peri-tubariche adiacenti a tale<br />

parete fibrocartilaginea, che sono, pertanto in grado di condizionare “ab estrinseco”<br />

la chiusura o l’apertura del lume tubarico 58 . Il primo di tali tessuti è un<br />

accumulo adiposo noto come tessuto adiposo di Ostmann. Addossandosi alla<br />

parete cartilaginea ribadisce la chiusura della tuba con un’azione puramente<br />

meccanica, non attiva (ricordiamo che il lume tubarico rimane non solo virtuale<br />

ma chiuso per 23 ore e cinquantasette minuti al giorno!). Una riduzione della<br />

massa della bolla adiposa di Ostmann determina l’incompetenza tubarica e, pertanto,<br />

la condizione di tuba beante. Il tessuto connettivale lasso peritubarico è,<br />

inoltre, attraversato da bande di tessuto fibroso denso che connettono la faccia<br />

mediale dei ventri dei muscoli tubarici alla porzione fibrocartilaginea della tuba:<br />

con la contrazione muscolare questi fasci fibrosi si comportano come dei tendini<br />

consentendo l’apertura del lume tubarico, ma soprattutto condizionandone la<br />

sua morfologia (Fig.14).<br />

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