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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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Il laser nella chirurgia dell’orecchio medio<br />

<strong>Ch</strong>irurgia di revisione di stapedectomia:<br />

1) Asportazione di cicatrici e lembo di vena ipertrofica o aderenze.<br />

2) Riperforazione platina (2 watt).<br />

3) “One shot” solo se si verifica la riobliterazione del foro platinare.<br />

4) Rimodellamento del processo lungo dell’incudine fratturata per posizionamento<br />

più sicuro e fisso della protesi a pistone (laser ad erbio).<br />

7. Applicazioni del laser nella chirurgia dell’otite cronica<br />

I dati della letteratura mostrano un prevalente impiego dei laser a luce visibile<br />

in questo tipo di chirurgia. McGee (1983) presentò i dati relativi ad oltre 500<br />

interventi cofochirurgici realizzati con argon laser. Le procedure chirurgiche vennero<br />

classificate in base all’effetto tissutale ottenuto, variando i parametri funzionali<br />

dell’erogazioe dell’energia laser:<br />

1) vaporizzazione (granulazioni, tessuto cicatriziale, colesteatoma).<br />

2) Sezione (rimozione di tessuto cicatriziale denso dalle cavità di radicale<br />

negli interventi di ricostruzione).<br />

3) Coagulazione (emostasi di microsanguinamenti dell’orecchio medio).<br />

Maloney (1992) utilizzava nella chirurgia dell’otite cronica indifferentemente<br />

sia l’argon laser, il KTP laser, meno il laser CO2. Martin e Prades (1993) definirono<br />

vantaggioso il laser Argon o KTP nella attuazione di selezionati gesti operatori:<br />

lisi di fibrosi della cassa, vaporizzazione di mucosa iperplastica o epidermizzata<br />

a contatto della staffa. Wanamaker e Silverstein (1993) hanno studiato la<br />

la compatibilità fra laser (Argon e KTP) e biomateriali sintetici utilizzati nella<br />

chirurgia dell’orecchio medio: l’effetto dei due laser è identico e si attua solo se<br />

sul biomateriale è presente pigmento (carbonizzazione o sangue). Il sylastic trasmette<br />

il raggio laser alle strutture sottostanti, il polycel ed il teflon si vaporizzano<br />

e si fondono, mentre l’HA si frantuma. Alla luce di queste osservazioni gli<br />

autori consigliano di completare l’attuazione delle procedure laser prima di posizionare<br />

il biomateriale, mentre nella chirurgia di revisione è opportuno astenersi<br />

dall’uso del laser in presenza di HA, per rischio di vere e proprie esplosioni di<br />

questo biomateriale.<br />

Nella chirurgia del colesteatoma il laser ad erbio trova applicazione nell’evaporazione<br />

della matrice epidermica senza danneggiare il chorion della mucosa in<br />

aree sensibili (platina della staffa, fistola del canale semicircolare laterale).<br />

Nella timpanosclerosi il laser può essere utile nell’asportazione di materiale<br />

condroide dalla finestra ovale e asportazione di calcificazioni a livello dell’articolazione<br />

incudo-malleolare.<br />

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